A proporre la fusione tra Aps Holding e Bus Italia, rispettivamente l’azienda municipalizzata che fa correre tram e bus urbani, e l’azienda emanazione di trenitalia che si occupa dell’extraurbano, era stato Ivo Rossi, al tempo vice sindaco reggente, che aveva convinto buona parte del Pd in consiglio comunale a votare a favore all’operazione. La fusione però non svalicò mai l’opposizione di alcuni consiglieri comunali dell’Idv (nessuno rieletto) e di consiglieri dell’ex maggioranza di cui unica superstite, Beatrice Dalla Barba, trasmigrata in Padova2020, continuerà a votare no. Ivo Rossi in una intervista al Mattino di Padova ha annunciato che voterà sì alla fusione, riproposta, con qualche modifica come ad esempio un milione di euro in meno di canone d’affitto annuo nelle casse di palazzo Moroni. Francesco Fiore e Beatrice Dalla Barba, come già ricordato, voteranno no, saldandosi probabilmente con il voto dei due consiglieri comunali del movimento 5 stelle. Qui di seguito una nota congiunta dei sindacati, che erano favorevoli anche alla precedente operazione abortita perchè il consiglio comunale di allora decise di non decidere.
In queste ore, dopo varie iniziative sindacali sia di categoria che confederali, compresa la minaccia dello stato di agitazione del personale, si sono definite le condizioni per sottoscrivere una prima intesa a tutela del lavoro per la fusione tra APS e Busitalia.
L’ipotesi di accordo raggiunta è stata elaborata nel solco dell’intesa raggiunta con la precedente amministrazione comunale con la quale si tutelavano i lavoratori sia in termini occupazionali che retributivi, con l’aggiunta di un paio di condizioni importanti per i lavoratori: la prima è il prolungamento da tre a sei anni del mantenimento delle residenze di lavoro dei lavoratori, la seconda il riconoscimento anche nella nuova Società di una prassi molto estesa ed importante per gli autisti, il cosiddetto cambio turno.
Ma il confronto con l’Amministrazione comunale e con BusItalia non si ferma qui in quanto il Sindacato ha posto come condizione per l’applicazione dell’intesa sul lavoro risposte certe e garanzie in merito ai seguenti punti:
mantenimento della quota azionaria di Aps holding S.p.A. nella newco per gli anni futuri;
quantità delle risorse economiche complessive destinate a TPL urbano ed extraurbano suddivise per tipologia di provenienza (ad esempio fondo nazionale, fondi provenienti dal Comune di Padova e dai comuni di prima cintura dalla provincia, dalla vendita dei titoli di viaggio eccetera) e destinazione, per esempio servizio investimenti materiale rotabile, investimenti infrastrutture eccetera;
tipo di attività di gestione e controllo su TPL manterrà l’Amministrazione comunale sia in qualità di componente dell’autorità di governo del bacino di Padova, sia in qualità di socio di Bus Italia Veneto;
interventi di politica tariffaria di pianificazione e qualità di servizio, compresa l’istituzione del biglietto unico che non può determinare un aumento di costo in particolare per le fasce più deboli;
quantità reale della riduzione dei KM/bus determinata dalla fusione societaria e in che quantità e modalità i KM che vengono tagliati saranno redistribuiti in particolar modo nell’area comunale e quartieri/zona industriale ad oggi poco serviti.
Il Sindacato ha ribadito che la fusione non deve essere la mera somma delle 2 aziende, ma diventare il polo aggregativo anche per altre realtà limitrofe nell’auspicio che venga creata almeno una Società di dimensione regionale.
Il giudizio complessivo del sindacato sulla vera opportunità di questa fusione è rinviato alle risposte sui temi sospesi, mentre riteniamo soddisfacente l’ipotesi raggiunta che in ogni caso sottoporremmo a referendum tra i lavoratori nei prossimi giorni.
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