Sono stati convocati in questura per domani tre dei presunti aggressori di una coppia di gay presa a pugni e calci mercoledì sera fuori da un bar in centro a Padova. I tre, di età compresa tra i 25 ed i 32 anni sarebbero attivisti delle frange più dure del tifo biancoscudato. In mattinata la Digos di Padova che non rilascia nessun tipo di indicazione sulla vicenda, dovrebbe sentire i tre giovani, mettendoli a confronto tra loro. Viene smentita la voce secondo cui due dei tre indiziati del pestaggio avessero partecipato alla trasferta di Padova di ieri sera allo stadio Nereo Rocco di Trieste e fosse stata notificato loro in quell’occasione l’invito a comparire in questura domattina. Per il momento nessuno dei tre risulta formalmente indagato per l’aggressione della coppia di omosessuali malmenata per il proprio abbigliamento, considerato troppo di sinistra oltre che per il fatto che erano abbracciati l’un l’altro. Stavano passeggiando abbracciati davanti a un bar di largo Europa, a Padova, quando sono stati picchiati a calci e pugni da alcuni avventori seduti ai tavolini perchè “gay” e vestiti da “comunisti”. Lo riporta Il Mattino di Padova, spiegando che Matteo D., 27 anni, ed Enrico B., 31 anni, sono stati aggrediti attorno alle 3 di notte dopo essere stati insultati. I due giovani hanno chiamato la polizia dopo essere riusciti ad allontanarsi e l’indomani sono andati in ospedale a farsi medicare. Matteo ha riportato una ferita all’occhio destro con 8 giorni di prognosi e ieri hanno raccontato tutto alla Digos. “L’aggressore aveva tra i 25 e i 27 anni, capelli corti, italianissimo – hanno detto – Abbiamo avuto l’impressione che fosse un ragazzo aderente ai gruppi di destra. In questura ci hanno fatto vedere alcune fotografie. Ora speriamo che le telecamere della zona abbiamo ripreso la scena e che in qualche modo si possa risalire alla sua identità”. Il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, promette impegno delle forze dell’ordine per scovare il responsabile di questo intollerabile atto di omofobia, severità da parte della magistratura, che non può ammettere scusanti” ma chiede al governo anche “una legge che contrasti gli episodi di violenza causati da forme di discriminazione”. “E’ questo un ulteriore episodio che ci fa dire che ciò che vogliono colpire i violenti è l’affettività tra persone dello stesso sesso” sostiene Franco Grillini, presidente di Gaynet. Non basta indignarsi, aggiunge, in riferimento alla mancanza di legislazione che riconosca l’esistenza delle coppie omosessuali. “Per combattere l’omofobia serve essere consapevoli che è necessario combattere innanzitutto il pregiudizio garantendo diritti e pari dignità alle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) per far cessare questo folle vortice di violenze omofobiche”. (ApCom)
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