“Tutto è moda, ed anche a tavola c’è chi cerca di decidere cosa beviamo e mangiamo. Occorre fare attenzione, perché rischiamo di mettere a repentaglio anche le nostre ultime libertà, quelle dei piaceri”.
A dirlo Giuseppe Cruciani, conduttore del “La zanzara” il più ascoltato programma radiofonico della fascia serale in Italia, che domani, sabato 11 maggio, sarà a palazzo della Ragione per confrontarsi con la blogger Adua Villa su presente e futuro del vino e del cibo nella società della comunicazione social nell’ambito del Salone dei Sapori.
“Da anni conduco una battaglia di libertà da chi vuole decidere anche per gli altri su cosa sia lecito mangiare e bere e cosa no – spiega Cruciani, autore di un libro best setter “I fasciovegani” – non è ormai più scontato che ognuno di noi possa dirsi libero in privato e in pubblico di consumare ciò che vuole. Anzi cresce una serie di movimenti di opinione che vorrebbero decidere cos’è giusto e cos’è sbagliato mettere in tavola”.
Il riferimento è principalmente ma non solo, al movimento vegano, con cui Cruciani ha ingaggiato da anni una battaglia mediatica spesso sfociata oltre l’orizzonte radiofonico.
“Riproporremo in apertura dell’incontro una puntata di un paio di settimane fa durante cui abbiamo invitato un macellaio, per altro buddista, a portare in redazione uno stracotto di asino e della carne di cavallo – spiega Cruciani, in quell’occasione affiancato nella redazione di Radio24 da Alberto Gottardo, speaker radiofonico che avrà il compito di moderare la serata – e una fetta di ascoltatori ha reagito con una violenza verbale pazzesca a questa nostra provocazione. Credo che occorra riflettere sul grado di condizionamento che il giudizio degli altri, anche si tratti di minoranze però molto ben organizzate, possa giocare un ruolo sui nostri comportamenti fin dentro la nostra cucina e il nostro frigorifero. Per quanto riguarda il vino credo occorra andare a valorizzare i territori”.
Nell’occasione della puntata de La zanzara è stata stappata una bottiglia di vino merlot DOC dei Colli Euganei.
“Un vino sorprendente – spiega Cruciani – e la sorpresa deve avere due genitori: la curiosità del consumatore ma anche la capacità di chi produce il vino di far capire la propria unicità rispetto a quanto proposto dai competitori. Credo che un buon vino sia come un buon programma radiofonico: deve essere vivace ma anche avere corpo e soprattutto sapersi far ricordare. Quello che abbiamo provato il 18 aprile ha saputo colpire tutti noi. Significa che un territorio come quello dei Colli euganei sa stare al passo con territori che magari vanno più di moda non già per prodotti migliori, ma perché sono più “furbi” nell’approccio con il cliente”. Uno degli aspetti su cui Adua Villa, esperta di narrazione gastronomica, rifletterà e dialogherà con Giuseppe Cruciani, è il ruolo del territorio nel marketing dei prodotti gastronomici.
“Chi stappa una bottiglia di vino mette nel bicchiere un mondo, un distillato di storia e cultura – spiega Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini dei Colli Euganei – ed è questo messaggio che stiamo facendo passare, facendo squadra con tutte le realtà istituzionali ed imprenditoriali, pubbliche e private, del territorio euganeo. Avere organizzato questa serata di riflessione sul ruolo della comunicazione della DOC Colli Euganei e delle mode sulle scelte dei consumatori, va nella direzione di acquisire maggiore consapevolezza su quali dinamiche portino al successo i prodotti eccellenti del nostro Veneto, in un’epoca in cui produrre qualità è necessario ma non più sufficiente”.