Il senato accademico dell’università di Padova ha deliberato oggi di dotare gli studenti transgender che ne facciano richiesta di un doppio libretto: oltre a quello con i dati anagrafici, lo studente che ne abbia la necessità, potrà avere un badge con un alias. “Questa iniziativa si rende necessaria per non creare ulteriori imbarazzi a chi sta vivendo un periodo delicato di transizione” ha spiegato al termine della seduta del senato accademico il rettore dell’università di Padova Giuseppe Zaccaria. Anche le università di Oxford e Madrid quest’anno hanno affrontato in maniera analoga la questione risolta con la deliberazione del parlamentino universitario, contro cui è stato espresso un solo voto contrario.
Qui di seguito il comunicato diramato in serata dal rettorato padovano:
“Sì all’adozione di un doppio libretto a tutela degli studenti in caso di “rettificazione di attribuzione di sesso”. Lo ha deciso, a larghissima maggioranza (un solo voto contrario), il Senato Accademico dell’Università di Padova, a conferma dell’attenzione che l’Ateneo ha sempre avuto per i propri iscritti e per le loro esigenze.
In caso di riattribuzione legale del sesso, la legge prevede tutta una serie di atti ma non prende assolutamente in considerazione il lungo periodo, che può durare diversi anni, nel quale il trattamento psicologico e medico si sviluppa e durante il quale chi ha intrapreso la strada del “mutamento di genere” affronta la vita quotidiana. Nel caso di frequenza di un corso universitario il problema che si apre è quello del disagio che lo studente o la studentessa, in via di transizione di genere, deve affrontare per l’evidente contrasto fra il suo aspetto esteriore ed il suo nome che emerge ad ogni esame, ad ogni appello ed in ogni occasione di confronto pubblico con i compagni di corso. L’imbarazzo che ne deriva può provocare anche l’abbandono degli studi o la rinuncia all’iscrizioni dal momento che l’Università non può che utilizzare i dati anagrafici riportati nei documenti ufficiali e che non saranno modificati se non quando sarà terminata tutta la procedura della riattribuzione del sesso.
Che strada intraprendere allora? E’ stata adottata – dopo una scrupolosa verifica degli aspetti normativi e legali _ la soluzione utilizzata all’Università e al Politecnico di Torino o negli atenei di Oxford e Madrid: all’interessato o all’interessata viene fornita una identità “alias”, al pari del “non de plume” di uno scrittore, che potrà essere usata nelle attività universitarie quotidiane, mentre la documentazione amministrativa non può che rimanere immutata, con i dati anagrafici risultanti dalla documentazione ufficiale. Alcune operazioni, tuttavia, non potranno che essere fatte con il nome legalmente valido (procedure per Erasmus, cambio di sede, proclamazione di laurea) anche se tutti gli atti avverranno nel modo più rispettoso possibile della privacy e della dignità degli interessati. Nella delibera approvata dal Senato vengono specificati diversi aspetti tecnici del problema a tutela degli studenti e delle studentesse che potranno contare anche su un tutor e su una persona della segreteria preparata a seguire i casi. Quanti potranno essere? A Torino fra il 2003 e il 2011 sono stati 7-8 i casi affrontati. Circa uno all’anno. L’efficacia del provvedimento ha valore solo all’interno dell’Ateneo. La non osservanza delle condizioni comporterà l’immediata decadenza del sistema “alias” e il ritorno automatico ai dati amministrativi “veri”.