Chi era Harry Ogden, il padre delle quote sportive?

 

Sia che vogliate scommettere su chi vincerá la Champions League o sulla Formula 1, la matematica che sta alla base delle quote non cambia, ed è quella inventata da Harry Ogden nel 1790.
La storia delle quote sportive ha radici antiche che risalgono all’antica Grecia, dove i giochi olimpici erano molto popolari e giá all’ora era comune piazzare delle scommesse sugli atleti che partecipavano alle competizioni. Tuttavia, le quote sportive come le conosciamo oggi sono emerse solo alla fine del 1700 in Inghilterra.

Nel 1790, l’imprenditore inglese Harry Ogden iniziò ad accettare scommesse sui cavalli, utilizzando un sistema di quote per determinare le probabilità di vincita di ogni cavallo. Questo sistema si diffuse rapidamente tra gli scommettitori e presto venne adottato anche per altri sport. Secondo i racconti, un pomeriggio dei primi anni del 1790, quando le corse organizzate di purosangue avevano già quasi un secolo, Ogden si recò alle corse di Newmarket e fece qualcosa che nessuno nel settore delle scommesse aveva mai fatto prima. Stilò le quote di ogni corridore in cartellone. Così facendo, divenne immediatamente l’unico vero allibratore del mondo.

Fino ad allora l’offerta standard per i punter era stata una scelta binaria tra il favorito e “il campo”. La tecnica semplice ma efficace che consentiva a Ogden di valutare ogni corridore era talmente apprezzata dagli scommettitori (e di conseguenza redditizia per i gestori) che in breve tempo tutti gli altri operatori del settore delle scommesse seguirono lo stesso modello.

Questo modello si è poi espanso in molti paesi per arrivare anche in Italia. In Italia il mercato delle scommesse online è piuttosto ampio e competitivo, con numerose aziende che offrono servizi di scommesse sportive, scommesse ippiche, poker online e altri giochi d’azzardo e dove i vari bookmaker mettono a disposizione degli utenti bonus registrazione per attirare nuovi clienti sulla piattaforma. Le quote però non si limitano a quelle sportive, infatti possono coprire una vasta gamma di competizioni, dalle elezioni politiche alle competizioni musicali.

Dunque come funzionano esattamente le quote?

Le quote sportive in particolare si basano sul principio che ogni evento sportivo ha una probabilità di verificarsi. Queste vengono quindi calcolate in base alla probabilità stimata che un evento si verifichi, utilizzando un complesso sistema di analisi delle statistiche, delle prestazioni degli atleti, delle condizioni meteorologiche e di altri fattori che possono influenzare l’esito dell’evento.

Le quote sono spesso espressi come numeri decimali o frazioni. Ad esempio, se le quote per una squadra di calcio sono di 2,50, significa che un scommettitore riceverà €2,50 per ogni dollaro scommesso in caso di vittoria della squadra. Se le quote sono invece 1/2, significa che lo scommettitore riceverà un Euro per ogni due euro scommessi in caso di vittoria della squadra.

In generale, le quote più alte indicano una probabilità più bassa per l’evento di verificarsi, mentre le quote più basse indicano una probabilità più alta. Tuttavia, queste non sempre riflettono perfettamente le probabilità reali, e possono essere influenzate da vari fattori, come la popolarità delle squadre o degli atleti coinvolti.

Insomma, quello di Ogden si è dimostrato un metodo piuttosto solido e la matematica che sta alla base del calcolo non è cambiata. Certamente sono poche le innovazioni del XVIII secolo che sono sopravvissute immutate a noi. Sia che vogliate scommettere su chi vincerá la Champions League o sulla Formula 1, la matematica che sta alla base delle quote non cambia, ed è quella inventata da Harry Ogden.