Hydromatters 4.0 : l’idroelettrico a Padova diventa maturo e internazionale

 

Una Quarta edizione di Hydromatters 4.0 all’insegna del futuro di un settore che vede nei mercati internazionali e nella gestione dell’istallato in Italia, un futuro fatto efficienza digitale e nuovi rapporti fra investitori e produttori di energia idroelettrica.
I 400 operatori del settore, le 170 imprese internazionali, i 3 atenei italiani e i tanti investitori italiani e stranieri presenti all’evento e tra i 25 stand dei produttori dell’idroelettrico italiano e internazionale si sono interrogati sulle opportunità di un mercato che nel mondo vale circa 6 miliardi di euro e che vede tra 2018 e 2024 una prospettiva di crescita del 2% annuo degli impianti istallati principalmente nei paesi di recente industrializzazione della Cina, dell’India, del Sud e Centro America, dell’Africa e dell’Asia centrale e del Sud Est Asiatico.
«Hydromatters è da 4 anni un canale aperto tra operatori ed investitori» hanno spiegato Mario Arquilla, fondatore di PracticA Srl e Ad di Andritz Hydro Italia e Fabio Pasut fondatore di PracticA e Ad di S.T.E. Energy. «Un incontro che permette a tutti gli operatori del settore di confrontarsi tra i rischi di una compressione della redditività e le soluzioni del 4.0 e della digitalizzazione per un nuovo standard di efficienza degli impianti tra Big Data e Iot gestione in remoto degli impianti e molto altro ancora. Un evento che punta a stimolare le collaborazioni tra imprese, anche concorrenti fra loro, che hanno il Know How e i mezzi per continuare ad agire da leader sulle commesse internazionali che si prevedere cresceranno ancora nel prossimo futuro. Un’occasione per ragionare sui nuovi orizzonti di un comparto che sta evolvendo verso un’offerta di servizi che si accompagna alla progettazione e alla produzione che fa parte di una tradizione di eccellenza italiana e veneta in particolare».

E se il Nordest ospita circa 20 aziende per una fatturazione annuale di circa 300 milioni di euro e una forza lavoro impiegata di circa 2000 operatori ad alta professionalizzazione a cui se ne aggiungono altri 1000 nell’indotto, tra le sole province di Vicenza e Padova le aziende che operano sui mercati internazionali sono una quindicina, i tre quarti quindi di un settore che in Veneto è da sempre impegnato sui mercati globali.

Ed il Nordest è produttore ma pure consumatore importante di energie rinnovabili in senso ampio.
Secondo i dati Gse aggiornati al dicembre 2016 il Nordest è patria di fatto non solo delle imprese ma pure della presenza di impianti rinnovabili e rappresenta circa l’11,5% del totale della potenza installata in Italia (quasi 18 mila MW) e qualificata Iafr (Impianti alimentati a fonti rinnovabili).

E se il Trentino Alto Adige con i suoi 1225 MW istallati e qualificati Iafr è regina delle regioni di Nordest, il Veneto segue con 486,8 MW istallati mentre in Friuli Venezia Giulia la potenza complessiva registrata dal Gse a dicembre 2016 era di 339,9 MW.
Per quanto riguarda le province venete, è Verona la prima in classifica con una potenza di 164,4 MW istallati e registrati Iafr in 80 impianti, seguita da Padova (84 impianti e 75,5 MW) dove il Biogas è padrone incontrastato del settore delle rinnovabili.

Solo terza Belluno, patria dell’idroelettrico veneto in termini di impianti (con 60 impianti e 63,19 MW presi in considerazione dal censimento Gse). Segue Venezia (49 impianti e 62,3 MW di potenza) poi Vicenza (95 impianti e 60,2 MW), Treviso (76 impianti e 38,3 MW). Ultima in classifica Rovigo con solo 21 impianti rinnovabili Iafr e 22,7 Mw di potenza.

«La sfida del prossimo futuro in Italia è quella del rinnovo delle concessioni, del mantenimento e della gestione dell’esistente ma pure dello sviluppo di nuovi impianti» ha detto Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, docente di Economia dell’Energia ed esperto internazionale in materia di Rinnovabili. «Per affrontare queste sfide è fondamentale ragionare ora di proposte e progetti che possano anticipare i tempi e dare nuovo slancio all’innovazione e ad una creazione di valore che non può prescindere dall’aggregazione di portafogli di produttori e consumatori che dialoghino con le amministrazioni locali, le sole che possono garantire tempi certi di sviluppo degli impianti. Comunicazione puntuale e prevedibilità del portafoglio di generazione e consumo è un valore per la rete e l’idroelettrico offre stabilità e programmabilità superiori a quella di molte altre fonti. La produzione dell’energia dall’acqua è poi un punto centrale per la gestione di territori a rischio idrogeologico come quelli del Paese una gestione che dovrebbe essere coadiuvata da quelle entrate fiscali legati ai canoni e sovracanoni che nelle intenzioni del legislatore sarebbero da destinare alla gestione del territorio e che invece hanno preso negli anni strade sempre più lontane dallo scopo originario di questo specifico tipo di imposizione fiscale».