“Le ordinanze anti-alcol sono ridicole. Se un commerciante farà ricorso al Tar lo vincerà. Il plateatico dovrà essere pagato nei mesi più caldi e gratuito nel resto dell’anno. Allungherò subito l’orario di chiusura dei bar del centro”. Lo ha detto ai baristi il 15 di maggio dello scorso anno l’allora candidato sindaco Massimo Bitonci. La sede dell’incontro era la sala riunioni dell’Appe, l’associazione dei baristi padovani. Prima di lui i baristi avevano incontrato il sindaco reggente Ivo Rossi, che aveva detto loro la verità: il centro storico è un equilibrio difficilissimo di attività commerciali, luoghi frequentati dagli studenti universitari, residenti e negozi, tra cui una dozzina di bar in un’unica piazza, quella dei Signori. Aveva spiegato Rossi che avrebbe preso in considerazione anche le ragioni dei baristi, ma che ci voleva tempo e che non poteva promettere la luna. Poi è arrivato Bitonci ed ha promesso quanto si legge nell’articolo del Mattino di Padova (clicca per aprire il link). Tutto e subito. A nove mesi di distanza non è successo ancora nulla. Ed i baristi hanno iniziato a non bersela più. Il regolamento proposto e definito irricevibile dall’Appe, ora diventa facoltativo. Accadimento questo davvero tragicomico: il regolamento secondo l’amministrazione che lo proponeva doveva essere la panacea di tutti i mali. Ma siccome i baristi non lo vogliono, allora diventa facoltativo: per aprire un’ora in più un esercente dovrebbe sobbarcarsi i costi di quattro ore di guardiania, logo sui bicchieri di vetro e rischio di sospensione di 30 giorni del plateatico più 500 euro di multa. Da vedere chi lo adotterà: a maggio sarà un anno che Padova è amministrata da Bitonci-Saia-Buffoni e altri. Vedremo in cosa Padova sarà cambiata, a parte aver perso 50 milioni di euro di tram, aver rinviato a data da destinarsi la partenza del cantiere del nuovo centro congressi (già finanziato e progettato), aver fatto tramontare 150 milioni di euro già stanziati in legge regionale per il nuovo ospedale a Padova ovest e aver perso decine di altre piccole occasioni (l’urban center in piazzetta Gasparotto, giusto per fare un esempio, che fine ha fatto?). Hanno promesso moltissimo, hanno realizzato praticamente zero. E di fronte ai primi mugugni, in municipio si entra solo con il pass. Sarà una coincidenza?
Alberto Gottardo