E’ già successo in anni bui che a Padova dove pecca il Comune e la politica, rimedi l’università. E succederà di nuovo anche sabato. E’ un ripetersi, fatte le debite proporzioni, il gesto del rettore Rizzuto, che si innesta nella tradizione di docenti coraggiosi, che anzichè girarsi dall’altra parte mentre il senso democratico e civile degrada, dice no. Lo ha fatto in ben altro contesto Concetto Marchesi con una indimenticabile orazione nell’Aula Magna dell’ateneo dove volevano entrare le camicie nere, quando il lume della ragione era stato perso da una intera classe dirigente, ed in città imperversavano i fascisti della Banda Carità, uno dei raggruppamenti più spietati e vigliacchi della squallida fine del fascismo. Quel discorso che Marchesi pronunciò il 9 novembre del 1943 smosse le coscienze e contribuì a portare molti giovani universitari di allora dalla parte dello Stato contro la barbarie. Purtroppo il tributo di sangue e sofferenza che l’università pagò fu tanto alto da valere, all’università, e non alla città, si badi bene, la medaglia d’oro alla Resistenza. Più di settant’anni dopo il Rettore Rosario Rizzuto scrive: «Nel solco di una tradizione di massima apertura alla libertà di espressione lunga ormai quasi otto secoli, abbiamo contattato la professoressa Michela Marzano, stimata collega che insegna filosofia nell’Università Descartes di Parigi, offrendo uno spazio dell’Università di Padova per la conferenza che si terrà quindi, come previsto, sabato prossimo in un aula dell’Ateneo. Nella mia decisione non c’è nessuna valutazione politica o di opportunità. C’è soltanto il forte richiamo a quella “Universa Universis Patavina Libertas” che è il nostro motto. Tutta intera, per tutti, la libertà nel nostro Ateneo: non solo parole, ma una missione che quotidianamente ci sforziamo di trasformare in fatti concreti».
- Partita la campagna di vaccinazioni anti influenzali nel Veneto: tutte le info su come dove quando e a chi conviene fare il vaccino
- Torna la cena che premia le giovani leve della ristorazione: il Premio Montegrande all’omonimo ristorante di Rovolon