Il lavoro della cooperativa Giotto in carcere raccontato da Paris Match

 

“Avere l’onore di rappresentare una buona notizia a livello europeo, rilanciata da Paris match ha fatto piacere a tutti i nostri ragazzi, giovani e meno giovani, che in carcere stanno trovando una nuova vita. Speriamo che anche a livello governativo l’attenzione verso le politiche del lavoro in carcere siano tenute in debito conto”. A dirlo Nicola Boscoletto, coordinatore delle cooperative che nel carcere di Padova formano decine di lavoratori nei settori della pasticceria, ristorazione, metalmeccanico, servizi informatici e relazioni con i clienti tramite un call center che serve anche l’ufficio prenotazioni della locale azienda ospedaliera. I giornalisti di Paris Match hanno raccontato in particolare la storia dei panettoni acquistati anche da Papa Francesco come dono di Natale alle persone a lui più vicine. “Persone brave e responsabili di ogni ordine e grado hanno reso possibile che questo sistema producesse i risultati che non sono nient’altro che la sana e giusta applicazione del dettato costituzionale e delle leggi vigenti – aggiunge Boscoletto a commento della lunga intervista che compare su Paris Match in edicola questa settimana – Può risultare eccezionale, come nell’articolo francese, quello che facciamo, ma in realtà l’unico motivo che lo rende eccezionale è il fatto che la normalità oggi è diventata una rarità.
Un grazie va alla direzione, all’area trattamentale del carcere, all’ufficio comando ed agli agenti di polizia penitenziaria, alle forze dell’ordine in genere, alla magistratura di sorveglianza, agli enti pubblici e privati che hanno creduto ed investito, alla banche e fondazioni, a certo profit che a volte è più no profit del no profit e a tante persone, in particolare i padovani, che anche solo apprezzando e comprando i nostri prodotti sono i soci più importanti”.