Il liston come un palco scenico. Questa è la Padova che piace

 

Sono le piccole cose che fanno la differenza, nella vita come anche in una città. E quella ripresa ieri dal vice sindaco Ivo Rossi davanti a palazzo Moroni è una di queste. Un gruppo di studenti asiatici si schiera davanti ad una piccola ciotola e si mette a cantare. Benissimo. La gente si ferma. Applaude e getta qualche euro nel recipiente. Anziani seduti dietro al coro improvvisato sorridono. E’ un momento che ha una sua magia. E’ la differenza tra Padova e qualsiasi altra città del Veneto. Qui capitano queste cose,la differenza è tutta qui. E succedono perchè lì davanti da quasi 800 anni passano genti da tutto il mondo. C’è stato un periodo in cui Padova era la culla della scienza e dell’arte, forse un po’ di smalto magari da questo punto di vista l’avremo anche perso, ma rimane una città dove si può cantare, dove una persona che viene da un altro Paese si sente un po’ meno straniera. Non si può non amare questo lato di Padova. Certo poi c’è il rovescio della medaglia, lo spaccio il degrado tanto caro alle cronache dei quotidiani ed alle campagne elettorali permanenti. Ma una cosa così fa dimenticare per un momento tutte le difficoltà della globalizzazione, spazza via i grugniti dei maiali in passeggiata vicino alle moschee e le urla sempre più stridule di chi dipinge una città guardata attraverso il sifone dello scarico. E invece questa città è una città che fa venir voglia di cantare, che sa a volte vivere senza isteria un pomeriggio di inizio maggio. Esserne all’altezza significa anche avere la sensibilità di fermarsi un attimo e ascoltare un po’ di musica. Ieri pomeriggio lo hanno fatto in tanti. I bambini giocavano mentre dei giovani cantavano. A raccontarlo non sembra neanche vero. Per fortuna c’è questo video (clicca qui per vederlo)

Alberto Gottardo