Venti punti per cambiare Padova, moltissimi interventi dal pubblico, misti tra i maggiorenti del partito ed esponenti della base. Quelli del segretario cittadino, di quello provinciale, dei consiglieri regionali, dei parlamentari, degli assessori della giunta Zanonato, li leggerete sui giornali. Io non li ho sentiti: sono arrivato tardi alla Fornace Carotta, o forse sono arrivato al momento giusto. Perchè ho ascoltato l’intervento di un uomo che nel Pd e forse anche nel Pci e nei Ds crede ed ha creduto, senza avere, almeno a quanto mi risulta, nessun vantaggio nè privilegio in cambio. Un uomo con la faccia segnata dagli anni di lavoro in giro per il mondo, le mani robuste di chi si è guadagnato da vivere più con il sudore della fronte che con la lingua. E’ quello in primo piano nella foto, si chiama Pino Zanellato. Si potrebbbe dire l’ultimo dei mohicani: rabbioso, fisiognomicamente appartenente a una classe operaia che, mancato l’appuntamento con il paradiso della settimana a 35 ore e dell’euro in cui si sarebbe lavorato un giorno in meno guadagnando come se si lavorasse un giorno in più. Pino è uno che ci crede ancora, uno di quelli che a montare le feste dell’Unità ed a fare i banchetti per il Pd in centro c’è sempre. Oggi ha fatto un intervento accorato a smetterla con il partito, che altri in maniera più dotta definirebbero “di plastica”. “Parlate come quelli della televisione, ai banchetti vi si vede solo se c’è una telecamera. La segretaria di un assessore a cui ho portato una persona disperata voleva chiamare i vigili. Ma ci parlate mai sul serio con la gente nei quartieri?”. Queste parole spero riecheggino nella testa di chi è, magari, convinto che bastino tre cene e un candidato con appeal per vincere le elezioni.
Qui di seguito i 20 punti per Padova
Padova, prima di tutto.
L’interesse per i padovani viene prima dell’interesse per la propria parte politica. I partiti devono alimentare il confronto sulle idee, ma l’Amministrazione comunale deve garantire la piena coesione civica e rappresentare tutti. E’ necessario ritrovare sintonia tra le istituzioni cittadine, collaborare con tutti i corpi sociali e riscoprirci comunità di uomini e donne che pur rispettando le proprie diversità sono in grado di costruire percorsi e progetti comuni.
Trasparenza e semplificazione. Palazzo Moroni si apre ai cittadini.
Palazzo Moroni – principale sede dell’Amministrazione comunale – deve riaprire le porte a cittadini e comitati e garantire il libero accesso agli organi di informazione. La trasparenza non è solo un principio, ma una pratica quotidiana che deve portare alla piena accessibilità degli atti amministrativi e di tutte le spese.
Pensiamo al Comune come un luogo a servizio e sempre a fianco del cittadino. Per questo è necessario investire sulla semplificazione e digitalizzazione dei servizi e delle strutture comunali per passare da un rapporto burocratico a quello teso a soddisfare le esigenze di ogni persona.
Servizi comunali in grado di rispondere ai bisogni veri misurano la qualità della nostra democrazia.
Inclusione e protezione sociale. Nessuno resti solo.
Dopo una lunga crisi economica, i cui effetti si fanno ancora sentire, Padova non può permettersi di tagliare le risorse al sociale. Anzi, deve saper coinvolgere l’articolato mondo delle associazioni e dei volontari che rendono così generosa la nostra città, per mettere insieme tutte le forze che già operano nel territorio comunale e che sanno e possono prendersi cura, accanto al sistema dei servizi sociali, delle persone più fragili e vulnerabili. Attraverso l’attivazione di una rete di protezione sociale ogni cittadino deve sentirsi parte della medesima comunità che non lascia indietro nessuno. Il modello è quello del welfare generativo che, al mero assistenzialismo, preferisce la creazione di opportunità di lavoro di pubblica utilità e percorsi di riqualificazione professionale.
Partecipazione democratica. Riapriamo i quartieri.
Dalle segnalazioni delle piccole manutenzioni al coinvolgimento dei cittadini per le opere più importanti servono luoghi e tempi di partecipazione democratica. Riapriamo i quartieri senza costi per il Comune, e affidiamo loro funzioni consultive, propositive e di indirizzo. Adottiamo un nuovo metodo per le decisioni della Giunta che assicuri partecipazione e ascolto assieme alla capacità di decidere responsabilmente.
Cantieri urbani. Mille piccole opere.
E’ finita l’epoca in cui poche grandi opere esaurivano gli obiettivi di sviluppo di una città. Per Padova vogliamo piuttosto un’attenzione concreta e quotidiana per tanti piccoli e medi interventi che possano rendere più belli, sicuri e moderni tutti i luoghi della città. Per questo è importante l’ascolto e una partecipazione democratica diffusa che eviti soluzioni calate dall’alto.
Ospedale. Valorizziamo l’eccellenza.
La città che ha visto nascere la medicina moderna e si è affermata come sede dell’eccellenza sanitaria non merita di essere ostaggio dell’inconcludenza. A Padova servono strutture di avanguardia per offrire la migliore assistenza al cittadino, stimolare la ricerca e promuovere l’economia sanitaria legata alle scienze della vita.
Alla nuova Amministrazione l’onere di investire in un nuovo polo della salute secondo criteri di funzionalità, economicità ed accessibilità per gli utenti. Si definirà dove dopo aver verificato la praticabilità delle diverse soluzioni, assieme alle istituzioni interessate (Azienda Ospedaliera, Università, Regione, Provincia), ai rappresentanti dei medici e degli operatori sanitari. Vanno quindi assolutamente potenziate le strutture sociosanitarie del territorio (medicina di gruppo, ospedali di comunità, centri servizi per gli anziani, assistenza domiciliare, centri diurni etc).
Sicurezza. Un impegno collettivo.
Sicurezza e legalità non sono degli slogan, ma la somma di tante azioni concrete e coordinate per la repressione e la prevenzione dei reati. L’Amministrazione comunale deve impegnarsi per il recupero sociale e la riqualificazione delle aree più a rischio, portare la Polizia Locale a presidiare tutto il territorio comunale, favorire il coordinamento con le forze dell’ordine e sfruttare le nuove tecnologie per la sorveglianza. Ma la sicurezza la facciamo anche tutti noi: con il ruolo attivo dei cittadini per le segnalazioni, il commercio di prossimità e la socialità diffusa come forme di controllo e prevenzione.
Cultura e socialità. Viva la città viva.
Una città vitale è una città più attrattiva, più sicura, ma soprattutto una città più felice. Padova può essere un laboratorio culturale con un’offerta diffusa per cittadini e turisti che guardi al futuro rilanciando la propria identità. L’Amministrazione comunale, valorizzando il patrimonio cittadino e con un cuore pulsante che è un Centro Storico sempre accessibile e vivo, sia al servizio delle idee, delle iniziative e di una cultura che si diffonde in tutti i quartieri. La nostra città si caratterizza per l’importante tradizione culturale e per l’eccellenza universitaria: la produzione culturale deve quindi essere di ampio orizzonte, di livello nazionale e internazionale, garantendo il ritorno delle rassegne culturali perse in questi anni.
Turismo. I tesori di Padova patrimonio dell’Unesco.
Il nostro potenziale più grande è dato dallo straordinario patrimonio storico, artistico e culturale. E’ possibile portare Padova al livello delle grandi città d’arte più visitate d’Italia rendendola una tappa attrattiva anche nei più importanti circuiti turistici internazionali che in Veneto solitamente riguardano unicamente Venezia. Bisogna valorizzare, con interventi qualificati ed efficaci, il ricco patrimonio monumentale: il sistema museale, la cinta muraria, le architetture e i luoghi significativi e anche quanto è ancora poco noto. Va sostenuto e ultimato il piano di gestione del progetto Padova Urbs Picta per l’ingresso degli affreschi di Giotto e dei cicli trecenteschi nel patrimonio Unesco. Occorre impostare e attuare un progetto concreto e organizzato di promozione dell’immagine di Padova che metta in sinergia tutte le istituzioni e garantisca alla città crescita e posti di lavoro.
Sport. Uno stadio per il calcio.
La ristrutturazione del Plebiscito per il calcio è uno spreco enorme di denaro pubblico che va contro le richieste dei cittadini del quartiere. Uno stadio per il calcio invece c’è già ed è lo Stadio Euganeo. Realizziamo lì, con il coinvolgimento dei privati, un progetto per avvicinare gli spettatori al campo di gioco e portare le famiglie allo stadio. Per tutti gli altri sport valorizziamo gli impianti di base e rivediamo a ribasso le tariffe per l’accesso alle palestre e alle strutture sportive. Attiviamo quindi un piano straordinario di manutenzione degli impianti sportivi di base pubblici e privati.
Rigenerazione urbana. Per dare un’identità a ogni luogo della città.
Un grande progetto di riqualificazione del territorio comunale, oltre il centro storico, attraverso il criterio della rigenerazione e del rammendo urbano per tenere insieme sviluppo, relazioni sociali e recupero di aree degradate senza nuovo consumo di suolo. Serve un piano strategico che coinvolga i migliori professionisti del settore e una politica di incentivi per gli interventi di recupero e ristrutturazione ecosostenibili. Un piano che porti anche al soddisfacimento della domanda abitativa mediante la realizzazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia residenziale sociale e promuovendo l’acquisizione di unità abitative invendute. Diciamo no alla privatizzazione dei contratti d’affitto dell’edilizia residenziale pubblica.
Mobilità e qualità dell’aria. Padova a emissioni zero.
Per raggiungere questo importante obiettivo, in linea con le decisioni di Cop 21 di Parigi, e abbattere i valori di PM10 nell’aria occorrono coraggio e una visione strategica. Le priorità: incentivare l’efficientamento energetico degli edifici attraverso il ruolo delle Esco; estendere il porta a porta in tutta la città per aumentare la quota di rifiuti riciclati; sviluppare la rete integrata di trasporto pubblico; favorire l’uso della bicicletta con nuove piste ciclabili e rastrelliere; preparare la mobilità sostenibile del futuro attraverso la diffusione in tutto il territorio comunale delle postazioni di car-sharing, bikesharing e per l’alimentazione a energia elettrica; tornare a investire in parchi urbani, nuovi alberi e orti sociali.
Area metropolitana. Passiamo dalle parole ai fatti.
L’area di Padova con i comuni limitrofi costituisce già un’area unica, per la mobilità delle persone al suo interno e le connessioni del sistema produttivo. Ne deve conseguire anche una governance associata del territorio attraverso la Conferenza Metropolitana di Padova. Solo così possiamo uniformare i servizi pubblici, ottimizzare le risorse e ottenere i finanziamenti europei destinati alle aree metropolitane.
Investimenti pubblici. Un patto per Padova con il Governo.
La capacità di attrarre i fondi europei e quelli statali deve marcare la distanza con una stagione in cui Padova ha perso milioni di euro e opportunità di sviluppo e occupazione. Subito un patto per Padova con il Governo per finanziare lo sviluppo della città. Creiamo quindi un nuovo ufficio con le necessarie competenze per la progettazione europea.
Fisco. Giù le tasse per aiutare i più deboli e favorire gli investimenti.
Un attento risparmio di risorse della macchina comunale può alimentare la diminuzione della pressione fiscale di competenza del Comune. La priorità sarà data alle fasce più deboli della popolazione e alle attività produttive e commerciali che creano opportunità di lavoro.
Lavoro, impresa e commercio. Obiettivo nuove opportunità.
L’Amministrazione comunale deve essere in campo per difendere i posti di lavoro esistenti e creare le condizioni per attrarre imprese e investimenti che offrano nuove opportunità. Per questo il Comune deve favorire la nascita e la crescita di imprese della manifattura e dei servizi più innovativi, più promettenti e più compatibili con la sostenibilità. Serve inoltre un piano che valorizzi il commercio di prossimità dentro un equilibrio virtuoso con lo tuteli da altre iniziative commerciali e lo integri con le nuove forme distributive digitali. Una visione di sviluppo che deve comprendere il rilancio della Fiera di Padova valorizzando le iniziative più innovative e la sinergia con il Centro Congressi – ancora gravemente in ritardo nei lavori -, il rinnovo della missione della Zona Industriale di Padova, la valorizzazione dell’Interporto come eccellenza di sviluppo sostenibile e la predisposizione della banda larga su tutto il territorio cittadino.
Innovazione, ricerca e saperi. Le miniere del terzo millennio.
Padova sarà competitiva se continuerà ad attrarre studenti e docenti dal resto del mondo, se saprà accogliere e stimolare i giovani talenti offrendo loro un ambiente innovativo e creativo, ricco di opportunità, di libertà di pensiero e di ricerca. Valorizziamo l’Università affinché sia fonte di sviluppo per il legame con il tessuto produttivo locale oltre che presidio di studi e scienza.
E nell’ambito dei servizi comunali ripartiamo dagli asili e dalle scuole con il controllo e l’eventuale ristrutturazione, adeguamento e messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici di competenza del Comune.
Patto intergenerazionale. Servizi per tutte le età.
In una città inclusiva i servizi sono mirati per tutte le età. E’ necessario estendere la rete di servizi per le famiglie, per i più piccoli e favorire la conciliazione dei tempi vita-lavoro, incentivare le giovani coppie affinché scelgano Padova per il proprio percorso di vita e non siano costrette a trasferirsi in altri comuni. E serve attenzione per la percentuale molto importante di persone giunte alla terza età, che rappresentano le fondamenta della nostra identità. Per loro è necessario l’abbattimento di barriere architettoniche e l’attivazione di luoghi e spazi di incontro, di socializzazione, di formazione, di creatività, di promozione culturale che favoriscano anche l’incontro intergenerazionale, permettendo ai giovani di coltivare le proprie radici e agli anziani di guardare con maggiore fiducia al futuro.
Politiche di cittadinanza. Una gestione responsabile nel segno dei diritti e dei doveri.
Le situazioni complesse vanno gestite nell’interesse della comunità, non aggravate o strumentalizzate per ragioni di propaganda. Il rapporto con le comunità straniere dei nostri territori va gestito praticando uno stile di rispetto reciproco tra le tante culture che abitano Padova, creando occasioni e momenti di incontro e relazione, privilegiando il dialogo al conflitto e pensando alle nuove generazioni, nel rigoroso rispetto dei diritti, dei doveri e delle norme della convivenza civile.
Per l’accoglienza dei richiedenti asilo tutti i Comuni sono chiamati a fare la propria parte se vogliamo evitare speculazioni, concentrazioni in ghetti mal gestiti e nelle realtà maggiormente urbanizzate. Il Comune dovrà farsi parte attiva nel coordinare, in collaborazione con la Prefettura, il lavoro delle cooperative che accolgono, sposando il modello dell’accoglienza diffusa per garantire condizioni dignitose ai migranti e prevenire tensioni con le comunità che li ospitano. Solo così possiamo contrastare fenomeni di speculazione sul business dei “profughi” tipici dei grandi assembramenti.
Bisogna favorire tutte le occasioni di contatto e di integrazione per i richiedenti asilo anche prevedendo lavori socialmente utili alla comunità che li ospita.
Diritti e libertà. Mai più discriminazioni.
Da qui passa la nostra idea di progresso, garantendo il rispetto dei diritti e delle libertà civili di tutti i cittadini senza distinzione. Superiamo gli atteggiamenti di chiusura affermando la cultura del rispetto per le diversità e delle pari opportunità.