Il pensiero del vescovo di Padova don Claudio Cipolla dopo le polemiche su presepe e passi indietro: il testo diffuso dalla Diocesi per fare chiarezza

 

«Non ho mai detto “rinunciamo al presepe” e non ho fatto riferimento ad alcun luogo specifico». Riferendosi all’intervista di Reteveneta sulle tradizioni natalizie di ieri 30 novembre 2015, successivamente ripresa dalla stampa locale e nazionale, il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, dopo aver precisato un’indebita attribuzione alle sue parole, coglie l’occasione per ampliare e approfondire il suo pensiero, evitando semplificazioni.

Pace, pace, pace! Papa Francesco ci sollecita di continuo nell’obiettivo di costruire un mondo di pace, senza conflitti, in cui la relazione tra fratelli sia prioritaria e l’indifferenza non trovi casa. Per noi cristiani è un richiamo forte, costante, specie in questo tempo di Avvento che ci accompagna al Natale. Ed è per questo che non possiamo utilizzare le religioni per alimentare conflitti o inutili tensioni. Purtroppo le religioni spesso sono strumentalizzate per altri interessi.

Non sono contro la presenza della religione nello spazio pubblico, né tantomeno contro le tradizioni religiose, ma né le religioni né le tradizioni religiose possono essere strumenti di separazioni, conflittualità, divisioni.

Fare un passo indietro non significa creare il vuoto o assecondare intransigenze laiciste, ma trovare nelle tradizioni, che ci appartengono e alimentano la nostra fede, germi di dialogo.

Le fedi religiose, in particolare la fede cristiana, costruiscono, infatti, relazioni, rispetto, dialogo e aprono ponti. Tutto ciò significa rifiutare ogni forma di strumentalizzazione polemica, perché le fedi sono sempre occasioni di incontro e di reciprocità, senza rinunciare alla propria storia, ma riscoprendone il valore più autentico.

Il Natale, in questo senso, è un esempio straordinario, un’occasione di incontro con i musulmani, che riconoscono in Gesù un profeta e venerano Maria, ma anche con persone di altre fedi e non credenti, proprio perché il cristianesimo ha un messaggio universale e abbraccia l’umanità intera. Un modo per vivere il Natale è proprio tradurre nella vita – come testimoniano tante figure di uomini e di donne – i grandi valori del Vangelo, in cui tante religioni si ritrovano unite: pace, attenzione al Creato, solidarietà con gli ultimi…».

Ecco l’intervista a Reteveneta concessa dal vescovo Claudio che ha dato adito ad interpretazioni