Impossibile stabilire la verità sul caso Moro – autovelox: archiviata la diffamazione del sindaco Marco Schiesaro

 

Archiviata per intervenuto decesso della parte offesa, che rende impossibile fare chiarezza sui contorni delle migliaia di multe che hanno agitato la vita pubblica a Cadoneghe, comune alle porte di Padova, al centro di polemiche e di un attentato dinamitardo contro un autovelox nell’estate del 2023. E così la posizione del sindaco del Comune, Marco Schiesaro, che aveva visto comminare la cifra record di 58mila multe i due mesi da un autovelox poi fatto saltare in aria da persone ignote nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2023, è stata archiviata in sede di udienza preliminare dal giudice Claudio Marassi.
A sporgere querela nei confronti del sindaco leghista era stato Giampiero Moro, all’epoca dei fatti comandante della polizia municipale: tema centrale era la consapevolezza o meno della prolificità dell’autovelox. Il defunto funzionario pubblico, aveva dimostrato in sede di querela con una perizia tecnica di aver informato tramite testo scritto sul cellulare, il sindaco che durante la prima ora di attività dell’autovelox il dispositivo aveva rilevato 315 infrazioni in 90 minuti. Circostanza sempre negata dal primo cittadino.
“Nulla si legge – scrive Andrea Moro,  figlio del defunto comandante della polizia municipale commentando il dispositivo di archiviazione – in merito alla veridicità di mail e messaggi intercorsi fra mio padre e il sindaco, che si deve ritenere pacifica, soprattutto vista la perizia effettuata sul telefono, a differenza di quanto ha sempre, e continua a sostenere il sindaco Schiesaro. Come famiglia prendiamo atto della decisione del GIP, ritenendo comunque che delle proprie intenzioni ognuno risponderà nelle sedi opportune, non necessariamente quelle giudiziarie. Invito il sindaco a leggere bene quanto scritto nell’ordinanza e non a raccontare, come sempre, ciò che gli fa comodo per sfuggire a un’assunzione di responsabilità”.
“A differenza di quanto sostiene il Sindaco Schiesaro – si legge in un altro passaggio della nota diffusa dai familiari dell’ex comandante Giampietro Moro – , che probabilmente ha letto male il provvedimento o lo ha come sempre strumentalizzato a proprio favore, l’archiviazione è avvenuta in ragione della morte della parte offesa, la quale non permette di ricostruire pacificamente i fatti, soprattutto rispetto all’elemento soggettivo e all’intento diffamatorio”.