Un’imprenditrice marchigiana ha saldato il debito di 460 euro che impediva a due bambini padovani di frequentare la mensa dell’asilo nido. Fiorella Faggiolati, procuratore della Faggiolati Pumps di Macerata, l’azienda del marito Giovanni, ha letto la notizia sul giornale e ha inviato per conto corrente postale la somma richiesta. ”Non so chi siano quei bimbi – dice – ma lo Stato, la scuola non possono permettere che dei bambini paghino per gli errori o le difficolta’ dei genitori. Cacciarli dalla mensa e’ una forma di violenza, esattamente come una violenza fisica”.
Sul caso che ha visto l’interesse di agenzie stampa e giornali, non solo locali, l’assessore comunale Claudio Piron fa presente che:
– la scuola dell’infanzia è un “servizio a domanda individuale”. Come non c’è obbligo scolastico per i genitori da rispettare, così non c’è nessun obbligo per i comuni ad organizzare il servizio ed accogliere chiunque. Infatti in città solo 1.600 bambini frequentano le materne comunali o statali, mentre quasi 4.000 sono accolti nelle paritarie;
– la legge prevede che gli utenti richiedenti tali servizi coprano con il loro contributo almeno il 36% del costo. Quindi i genitori che decidono liberamente di iscrivere i figli alla materna sanno da sempre che devono pagare la loro parte;
– se una famiglia chiede l’esenzione dal costo, come previsto da regolamento del Consiglio Comunale, deve dimostrare di poter avere tale beneficio in base ai redditi e ai patrimoni. Ovviamente se i documenti non ci sono o sono insufficienti, nessuno può permettersi di non pagare per mesi e mesi;
– se invece c’è una situazione di particolare disagio sociale, economico, familiare, allora la persona può chiedere di essere seguita dal settore interventi sociali. Anche in questo caso però la scelta deve essere fatta dal soggetto richiedente i benefici ed il comune si fa carico di tutti gli accertamenti e si rende disponibile ad un percorso per trovare le soluzioni in tempi e modi opportuni;
– solo il 2 dicembre 2009 la signora in questione ha fatto richiesta scritta di rateizzare la somma arretrata dell’anno 2007/2008 e quindi ben dopo aver portato il suo caso nei giornali.
Voglio precisare infine – aggiunge Piron – che una indagine di marzo 2009 fatta dalla UIL Nazionale e riportata nei quotidiani, riconosce Padova come una delle migliori città per asili nido e materne.
” Padova meno cara di Verona, Treviso, Vicenza”.
“A Padova mandare un figlio al nido e alla materna costa meno rispetto alle altre città italiane del nordest”.
“La pole position di Padova, che stravince il confronto con altre realtà di Veneto, Trentino, Friuli”
“Le politiche scolastiche di Padova dimostrano di saper andare incontro alle difficoltà dei cittadini”.
Questi sono i commenti riportati dal Mattino di Padova del 17 marzo 2009.
E infatti se nell’amministrazione Destro le famiglie dovevano pagare il 45,5% dei costi di nidi e materne, con la nostra Amministrazione le famiglie sono passate a pagare il 38% dei costi. Oltre al fatto che stiamo aumentando nidi e materne di 530 posti, passando dal 24% al 27% di risposta alle famiglie (l’Italia è al 10%) e avvicinandoci ai paesi Europei più avanzati nelle politiche familiari e sociali!
Se ora, per la signora c’è pure un benefattore… bene per lei, ma ciò non sposta il problema.
Tutti abbiamo dei doveri, anche l’opinione pubblica e i gli organi di informazione, e prima di giudicare si dovrebbe sempre verificare molto bene cosa si cela sotto a certe situazioni.
E forse se ognuno guardasse con attenzione a casa propria si accorgerebbe delle tante situazioni in cui c’è bisogno di impegno volontario, di assunzione di responsabilità, di madri e padri che non si dimentichino di avere dei figli, di cittadini che paghino le tasse… e non solo di oboli buoni forse per tacitare la coscienza per un giorno, ma non a cambiare davvero le cose.
Claudio Piron – Assessore alle Politiche Scolastiche – Comune di Padova