«I numeri parlano da soli – commenta Erminio Alajmo, Presidente dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (APPE) di Padova – siamo di fronte a un vero e proprio boom di assunzioni da parte delle imprese di pubblico esercizio».
Secondo i dati dell’Associazione degli esercenti, che segue l’amministrazione del personale di diverse centinaia di imprese associate, l’aumento percentuale delle assunzioni registra un + 200% nel periodo gennaio-aprile 2015, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Quali sono i motivi che hanno fatto impennare le assunzioni? Risponde il responsabile dell’ufficio paghe dell’APPE, Vladimiro Lorenzoni: «Senza dubbio il cosiddetto “Jobs Act”, le semplificazioni per i contratti a termine, gli incentivi messi in campo dalle nuove norme sul lavoro e, in particolare, l’esenzione contributiva per i neo assunti entro il 31/12/2015».
In pratica, in caso di assunzione a tempo indeterminato di una persona che è stata disoccupata nel corso dei precedenti sei mesi, l’azienda non versa i contributi per i primi tre anni di lavoro.
«È un incentivo – continua Lorenzoni – introdotto dalla legge di stabilità (la Finanziaria) 2015, che consente alle imprese un risparmio fino a 8.060 euro all’anno: in tempi di crisi come quelli attuali è una vera e propria boccata d’ossigeno per le aziende».
Più difficile valutare, ad oggi, gli effetti del cosiddetto contratto “a tutele crescenti”, perché è entrato in vigore da poche settimane.
«In effetti – conferma Lorenzoni – le novità del contratto “a tutele crescenti” si vedranno nel medio periodo, perché devono essere prima ben comprese dalle aziende. Mentre, infatti, gli incentivi all’assunzione hanno effetti diretti e tangibili in termini di risparmi immediati, il contratto “a tutele crescenti” esplica i suoi effetti al momento dell’eventuale licenziamento».
Qualcuno potrebbe ipotizzare che l’esonero contributivo, anziché creare nuovi posti di lavoro, serva a far emergere il lavoro irregolare, idea che però viene smentita dall’APPE.
«Nel corso degli ultimi anni – risponde il Presidente Alajmo – il lavoro “nero” è praticamente sparito dal nostro settore, grazie a forme contrattuali come il lavoro intermittente, il lavoro a tempo determinato orizzontale e verticale ed altre tipologie. Il vero problema, invece, è l’abuso del ricorso ai voucher per retribuire prestazioni lavorative che non rientrano nel loro corretto campo di applicazione».
L’APPE registra inoltre le difficoltà, da parte delle imprese, nel reperire lavoratori con profili professionali adeguati.
«È proprio così – sottolinea Alajmo – abbiamo un’enorme quantità di richieste di camerieri generici o personale di aiuto cuoco, ma pochi barman professionisti, pochi chef realmente formati, poco personale di sala multilingua e qualificato nel relazionarsi con il consumatore».
«Stimiamo – chiarisce Lorenzoni – che vi sia circa un 10% di profili lavorativi “aperti” che i candidati non riescono a soddisfare, per mancanza di esperienza, o di formazione, o capacità professionali. Finito l’istituto alberghiero, non si dovrebbe disdegnare uno stage, magari all’estero, per fare il necessario percorso di crescita personale e lavorativo».
Proprio per fare chiarezza sulle nuove normative, l’APPE ha programmato un seminario gratuito, aperto a tutti gli associati, per martedì 26 maggio alle ore 15.30 presso la propria sede di Padova in via Savelli 28.
«Durante l’incontro – spiega Lorenzoni – parleremo di nuovi contratti, incentivi, ma anche del TFR in busta paga e tanti altri argomenti, facendo il punto della situazione e dando tutti i suggerimenti per risparmiare rispettando le normative».
Per maggiori informazioni contattare l’APPE al n. 049.7817222 – email [email protected]
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