L’università di Padova ricorda il professor Enrico Opocher

 

“Enrico Opocher studioso, uomo della Resistenza, rettore dell’Università di Padova” è il titolo della conferenza che si terrà mercoledì 15 aprile alle ore 15.30 in Archivio Antico di Palazzo Bo in via VIII febbraio 2 a Padova. Nella giornata di approfondimento sulla figura di Opocher presieduta da Franco Todescan sono in programma i seguenti interventi: Enrico Opocher, maestro di filosofia del diritto di Giuseppe Zaccaria, Enrico Opocher e la Resistenza veneta di Carlo Fumian e Alla ricerca del dialogo: gli anni del rettorato di Giovanni Focardi.

Nella sua nota sull’Enciclopedia Treccani il Magnifico Rettore Giuseppe Zaccaria così scrive di Opocher: «Pensatore dalla forte vocazione filosofica, sempre pervasa da un’alta ispirazione etica che percorre l’intera sua opera e tutta la sua attività, Enrico Opocher fu allievo di Adolfo Ravà e di Giuseppe Capograssi. Da quest’ultimo fu formato a una visione ampia e profonda del diritto, incentrata sull’idea dell’individuo concreto, che lo portò a elaborare un’originale ‘filosofia dell’esperienza giuridica’ nella quale si scorgono gli echi di filosofi amati, da Agostino a Blaise Pascal, da Giambattista Vico a Henri Bergson. In polemica tanto contro la riduzione normativistica del diritto a forza, quanto contro quella realistica del diritto a fatto, ma altresì in una prospettiva pienamente autonoma rispetto al neoidealismo di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile, all’interno della cui temperie filosofica la sua prospettiva teoretica si era formata, Opocher rivendica la specificità e l’irrinunciabilità del valore del diritto, non riducibile alle dimensioni di altri e diversi momenti dell’esperienza, dall’agire economico all’agire etico. Nato a Treviso il 19 febbraio 1914, Opocher si laureò in giurisprudenza all’Università di Padova il 3 luglio 1935, con una tesi su La proprietà nella filosofia del diritto di G. A. Fichte discussa con Adolfo Ravà. Nel 1948 fu chiamato alla cattedra di filosofia del diritto nella stessa università, dove per un breve periodo fu anche assistente di Norberto Bobbio. Per oltre quaranta anni fu titolare di quell’insegnamento presso la facoltà di Giurisprudenza; tenne inoltre i corsi di storia delle dottrine politiche e di dottrina dello Stato presso la facoltà di Scienze politiche. Inoltre, dal 1955 al 1959 fu preside della facoltà di Giurisprudenza, quindi prorettore e poi rettore dell’ateneo patavino dal 1968 al 1972, anni di acute tensioni politiche, dedicandosi con grandissimo amore alla didattica e alla formazione umanistica degli studenti, che amava e rispettava profondamente; anche quando – come accadde nei difficili ‘anni di piombo’, in cui continuò a perseguire e professare l’ideale della tolleranza – dissentiva fermamente da talune loro posizioni. Insigne maestro nel campo della filosofia giuridica e politica e presidente della Società italiana di filosofia giuridica e politica dal 1976 al 1983, raccolse nella sua scuola personalità di spicco nel panorama delle discipline filosofico-giuridiche, nell’ambito delle quali ha rappresentato per decenni una guida morale autorevole e stimatissima. Morì a Padova il 3 marzo 2004».