La casta a Padova? Botta e risposta tra giornali e Tiso (Pd)

 

Politici e casta anche a Padova? Racconta Davide D’Attino in un articolo del Corriere del Veneto che a Palazzo Moroni tra i banchi di maggioranza ed opposizione qualcosa bollirebbe in pentola per la furbata di turno. Clicca qui per leggere l’articolo. All’articolo del Corriere del Veneto risponde il consigliere comunale Nereo Tiso, da cui riceviamo e pubblichiamo:
Leggo dai giornali che anche i consiglieri comunali di Padova occuperebbero le poltrone della casta, con privilegi che i cittadini nemmeno sognano. Stiamo parlando   dell’eliminazione, da parte della recente  finanziaria, del giorno di “riposo” previsto dalla legge che i consiglierei comunali utilizzavano per occuparsi di ciò che avrebbero votato in consiglio la sera stessa. Eliminato dalla finanziaria è stato sostituito col più restrittivo permesso per l’esclusivo tempo del consiglio oltre che di quello per recarsi nel luogo del Consiglio. Se la casta è tutta nei novanta euro    lordi percepiti dai consiglieri in un mese, allora possiamo dire di essere una vera casta. Se pensiamo che sia un privilegio per i lavoratori  dipendenti usufruire del permesso per occuparsi nel miglior modo possibile del bene comune, allora vuol dire  che non esiste più la dignità della democrazia e di chi ha deciso di occuparsi del bene e della politica come servizio alla città a suoi cittadini. Conviene sparare addosso a tutti coloro che si occupano di politica e in questo caso di politiche amministrative, quasi fossero una massa di ammanicati, di scansafatiche e, appunto di privilegiati.  Allora solo ricchi, pensionati e chi può occuparsi di politica a tempo pieno potrà avere il “privilegio” di governare la città e tutti coloro che non fanno parte di questo gruppo perché lavoratori dipendenti, non potrà mettere a disposizione idee e proposte che potrebbero portare rinnovamento, cambiamento .

Sappiamo invece che chi è stato votato ed eletto dai cittadini   dedica tempo, energia, capacità e intelligenza per dare risposte dignitose alle domande sempre più pressanti che arrivano dai cittadini, rimettendoci spesso di tasca propria, visto che il peso   del gettone  è di euro 2,90 medi all’ora di presenza in consiglio e nelle commissioni. 

Se proprio vogliamo, potremmo anche eliminare il Consiglio Comunale con i consiglieri e far sì che il potere venga lasciato  in mano a pochi, o forse a UNO. Facendo così si eliminerebbero sprechi e privilegi, ma si eliminerebbe anche il principio su cui è fondata la nostra Repubblica: la democrazia.

La vera casta abita altrove, da chi dei privilegi ne gode e non demorde. Nominato dai partiti e non dai cittadini, siede negli scranni più alti della politica. Questo che si sta mettendo in atto non è un “federalismo” dei privilegi ma un tentativo di mettere alla berlina e screditare chi sta dalla parte dei cittadini perché con loro vive quotidianamente e cerca, per quanto possibile e nei limiti delle risorse, di garantire i diritti dei più deboli. E la legge elettorale che va cambiata e non la dignità di chi fa politica seriamente.

Certo, ne discuteremo e cercheremo di trovare il giusto mezzo per poter operare serenamente per il bene di tutti e non per garantirci privilegi inesistenti.