Era il 5 gennaio 1908 quando venne pubblicato il primo numero della Difesa del popolo, “periodico settimanale” voluto dal vescovo Luigi Pellizzo, che raccoglieva l’eredità di due testate: Per il Popolo e La Difesa.
Da 110 anni il settimanale diocesano entra nelle case di migliaia di famiglie del territorio diocesano. Per decenni è stato l’unico giornale diffuso capillarmente nei paesi e nel mondo contadino, un tempo per “difendere il popolo” «dai rischi di una deriva morale che il mondo cattolico già vedeva in atto e per incoraggiare un’efficace presenza del laicato nel mondo sociale, del lavoro, dei giovani – spiega e scrive nell’editoriale di questa settimana Guglielmo Frezza alla guida della testata dal 2008 – oggi nel tentativo di offrire una proposta di libertà dalle tante schiavitù che vediamo crescere attorno a noi e che mortificano il nostro essere uomini. Farlo attraverso un giornale, significa e significherà sempre di più saper offrire storie autentiche, idee solide, percorsi concreti in cui potersi riconoscere. Meglio, in cui poter riconoscere la bellezza del messaggio cristiano e la sua importanza per noi».
Un impegno che dopo i cambiamenti logistici degli ultimi mesi (è della primavera scorsa il trasloco della redazione e degli uffici amministrativi del settimanale al terzo e quarto piano di Casa Pio X accanto all’Ufficio Comunicazioni sociali e all’Ufficio Stampa diocesano) si concretizzerà anche in una nuova veste grafica e in un nuovo sistema editoriale per una più efficace gestione della versione cartacea e di quella on line, a partire da domenica 28 gennaio 2018.
La “nuova” Difesa del popolo” sarà presentata in occasione del “tradizionale“ appuntamento con la festa del patrono dei giornalisti (san Francesco di Sales) sabato 27 gennaio (ore 10.30-12.30) in Collegio Sacro a Padova. Sarà il momento per festeggiare i 110 anni e guardare al futuro ragionando insieme al vescovo Claudio Cipolla, al direttore di Avvenire Marco Tarquinio e al direttore della Difesa del popolo Guglielmo Frezza su come Orientarsi nel mondo “delle verità”.