La guardia di finanza assieme ai sindaci per scovare i furbetti degli affitti in nero

 

Guardia di finanza e sindaci in provincia di Padova continuano a fare squadra per combattere il fenomeno degli affitti in nero e nell’80 per cento dei casi segnalati alla finanza dai sindaci le posizioni dei controllati sono risultate irregolari.
In soli 8 mesi i finanzieri hanno constatato un’evasione di oltre un milione di euro.
Smascherati in tutto 38 falsi poveri che hanno indebitamente fruito di prestazioni sociali agevolate scavalcando in graduatoria numerosi “veri poveri”,  a scapito delle casse comunali.
Questa mattina 21 sindaci sottoscriveranno nella sede della Provincia di Padova altrettanti protocolli d’intesa finalizzati a sviluppare ed intensificare le sinergie tra Guardia di Finanza ed enti locali, per essere più efficaci in un comune impegno a favore dei cittadini onesti.
Tali intese di collaborazione, che si aggiungono alle 10 precedentemente siglate a Padova e provincia con altrettanti enti locali, mirano a condividere i patrimoni informativi allo scopo di effettuare selezioni di posizioni da controllare secondo criteri di gravità e concretezza.
Il ritratto che emerge dai primi 8 mesi di incrocio delle banche dati ed accertamenti mirati, fotografa un mercato degli affitti tutt’altro che generoso nei confronti degli inquilini.
Tra le posizioni più significative emerge quella di una pensionata di 65 anni, usufruttuaria di un intero condominio composto da 12 appartamenti, tutti affittati rigorosamente in nero ad operai rumeni.
La “nonnina”, che dichiarava esclusivamente la propria pensione, si è scordata sistematicamente di pagare le imposte sui 260 mila euro derivanti dalla locazione delle 12 unità immobiliari, in taluni casi fatiscenti e prive di servizi igienici, affittate a canoni compresi tra i 600 e gli  800 euro mensili.
Emblematica anche la situazione di due altre persone controllate che ottenuti in locazione dall’Inpdap (che ha collaborato agli accertamenti) due immobili nel centro storico di Padova ad un canone mensile di 700 euro, li subaffittavano in nero a 900 euro al mense a studenti universitari (quattro / cinque in ciascuna delle due unità immobiliari).

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