Come ampiamente previsto e da più parti auspicato, i consiglieri della ormai ex schiera di Luca Claudio, il sindaco arrestato due settimane fa a tre giorni dalla rielezione, si stanno dimettendo. Otto quelli che nelle ultime ore si sono presentati in municipio per protocollare la propria rinuncia a siedere nell’organo di rappresentanza dei cittadini aponensi. La legge prevede in casi come questi che se la dimissione fosse stata contemporanea di nove consiglieri, il Consiglio sarebbe caduto automaticamente. Essendosi dimessi invece due consiglieri della maggioranza ieri ed otto oggi, il pasticcio continua. Dovrà essere infatti un nuovo consiglio comunale a sancire l’ingovernabilità residua dell’assemblea aponense, dando quindi pieni poteri al commissario prefettizio Pasquale Aversa. Scrive su facebook Andrea Cosentino, consigliere comunale che era candidato di Lega – Forza Italia e Fratelli d’Italia:
Oggi si è consumato l’ennesimo atto di inciviltà democratica da parte della restante maggioranza (8 persone) che aveva perso ieri già 2 pezzi.Infatti pur di non protocollare le dimissioni assieme ad una persona della minoranza per il bene della città ha creato l’ennesimo imbarazzo istituzionale presentandole non contestuali e costringendo alla convocazione di un nuovo consiglio la prossima volta solo per constatare che non ci sono più i numeri legali perché lo stesso esista.
A questo punto non si può più dire non sanno quello che fanno o lo fanno in buona fede, sanno bene quello che fanno : fino in fondo pur di non far prevalere il bene della città e togliere tutti dall’imbarazzo di questa vicenda che ormai ha irrimediabilmente ricondotto l’immagine della città ad una soap opera del malaffare e non collaborare con la minoranza almeno in questo frangente, hanno deciso di prorogare ancora l’agonia in modo inspiegabile.
Fossi un loro elettore questa volta prenderei atto della loro assoluta mancanza di rispetto delle istituzioni e della senso civico e ne chiederei conto sia politicamente che economicamente..
Non è accettabile ritardare ancora un giorno in più inutilmente l’arrivo del commissario che faccia uscire pur con atti minimi la città dal pantano in cui si trova.
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