Una città tra luci e “ombre”: si aprono così le 15 pagine uscite sul mensile Bell’Italia di febbraio, a firma di Auretta Monesi, giornalista e autrice di guide turistiche, e corredato dalle splendide foto di Gabriele Croppi. Un pezzo vissuto e scritto nel pieno della contemporaneità, che sa cogliere bene tutti gli aspetti della Padova di oggi.
Le luci sono quelle dei “sublimi episodi d’arte”, così come li definisce la Monesi: a partire dalle dorature quasi folgoranti delle aureole di Giotto volute da Enrico Scrovegni, la cui figura campeggia in apertura di servizio. Sono le immagini a parlare, tanto nel testo che nelle pagine patinate: e in entrambi i casi raccontano una Padova a misura d’uomo, un centro storico dove si gira a piedi o in bicicletta e dove si prende il sole nei bar delle piazze facendo quattro “ciacoe” e sorseggiando uno spritz o un calice di vino: le “ombre” cui fa riferimento il titolo.
Sintetico ed efficace l’itinerario da Giotto a Gattamelata, corredato com’è di indicazioni semplici e immediate e della pianta del centro storico. Allo sguardo quasi incantato che accarezza i più bei episodi artistici del centro storico non sfugge il rimpianto per alcuni aspetti critici: il Museo del Risorgimento poco visitato o i riti della goliardia, che esistono i “scala ridotta” rispetto al passato; o ancora il fenomeno dello spritz e la difficoltà di prenotazione della Cappella degli Scrovegni. Quello della Monesi è uno sguardo allo stesso tempo pieno d’amore per la nostra città ma anche lucido e cosciente del suo presente complesso.
Tra le “chicche” del pezzo una breve intervista alla padovana Antonia Arsaln che dichiara: qui si vive bene. La sezione DOVE COME QUANDO riporta utili indicazioni per muoversi in città: dai trasporti allo shopping goloso, dai ristoranti agli hotel. Un grassetto è poi dedicato alla mostra ”Il futuro di Galileo” e al Centro culturale San Gaetano.
“E’ un altro risultato importante– commenta Ubaldo Lonardi, Presidente dell’Azienda Turismo Padova – dell’attività di comunicazione nazionale che il Progetto Strategico del Turismo Padovano ha attivato negli ultimi anni. E che racconta e fa amare anche ai padovani una città che, forse, nemmeno noi conosciamo”.
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