Serve un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la Penisola dove sono saliti a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annuncio del sottosegretario alla Salute Andrea Costa e all’istituzione della zona infetta a Roma per i casi accertati prevista dalla Decisione di esecuzione della Commissione europea dopo quella istituita in Piemonte e Liguria.
Nella nostra provincia, aggiunge Coldiretti Padova, abbiamo a che fare con l’emergenza cinghiali ormai da vent’anni e la diffusione della peste suina anche in Italia è un campanello d’allarme che non possiamo sottovalutare. “I cinghiali sono migliaia, non solo nell’area del Parco Colli Euganei – spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – ma anche in vaste zone di pianura ai piedi dei Colli, lungo i fiumi o in aree ben precise come le Vallette a Ospedaletto Euganeo. Migliaia di ettari in balia delle scorribande dei cinghiali che oltre a provocare danni ingenti alle attività agricole rappresentano anche una minaccia per l’elevato rischio della diffusione della peste suina che potrebbe decimare i nostri allevamenti suini. Nella nostra provincia si contano oltre 320 allevamenti suini professionali e altri 1.500 allevamenti domestici, per una produzione di oltre 24 mila tonnellate l’anno di carne, destinata per la maggior parte alle denominazioni di origine protetta”.
“Coldiretti ha ribadito a livello nazionale che serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato e capillare di contenimento della popolazione dei cinghiali lungo tutto il territorio italiano. E’ necessario ridurre il numero di cinghiali attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette, come ad esempio i nostri Colli Euganei. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali, più volte anche a Padova e in Veneto”.
A preoccupare Coldiretti è l’immobilismo delle istituzioni dopo i casi allarmanti di peste suina individuati in Piemonte, in Liguria e nel Lazio, dove solo a Roma, con il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe dove si concentra la norcineria nazionale che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy. Non c’è’ consapevolezza – aggiunge Coldiretti – del momento drammatico che stanno vivendo gli allevatori con compensi riconosciuti che sono inferiori ai costi sostenuti per gli aumenti energetiche, dell’alimentazione degli animali e delle speculazioni contro le quali chiediamo l’intervento delle autorità competenti per contrastare le pratiche sleali.
La Peste Suina Africana – sottolinea la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – continua la Coldiretti – è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.