“Vai da Val Pomaro, c’è una pizza strepitosa”. E’ la principale contestazione che mi è stata rivolta quando, qualche settimana fa, ho stilato la mia personalissima classifica delle 5 pizze più buone di Padova e zone limitrofe.
Ed allora domenica scorsa ho portato tutta la famiglia a provare questa famosa pizza di Val Pomaro.
Scoprendo alcune cose: la principale è che quella di Val Pomaro non è una pizza. E’ qualcosa di molto simile ad una focaccia, un insieme di farina, lievito e acqua che grazie ad un lavoro più che serio fatto da Andrea Cesarone, chef del ristorante, nelle ore precedenti al forno, diventa la base per una serie di guarnizioni salate davvero interessanti.
Ho provato quella con burrata, finferli, pancetta e pomodorino candito. Tutto a chilometro quasi zero, mi ha spiegato Andrea Cesarone, a parte la burrata, naturalmente. E mentre te lo spiega, capisci che è uno che lavora, e tanto, sugli ingredienti ancora prima che sulla presentazione, comunque ottima e molto comoda: su un tagliere, già tagliata.
“Quella che hai provato è una mezza farina (e per pudore non ho chiesto cosa vuol dire ma a occhio ha a che fare con l’idratazione) lievitata a lungo e cioè tra le 30 e le 35 ore – spiega Cesarone con una certa solennità – la mozzarella è la mia croce e delizia: mi arriva fresca è di buona qualità ma a seconda del tempo devo lasciarla depurarsi dell’acqua. La pancetta è una nostra produzione ed ha un profumo che ci soddisfa molto. Il pomodorino candito ce lo facciamo noi, candendolo per dargli un sentore ancor più di freschezza”.
E freschi sono anche i finferli che danno a quella focacciona un profumo di bosco.
Il bello arriva quando la metti in bocca, e ti rendi conto che forse è un peccato che Cesarone te l’abbia portata già tagliata. Perchè quella del Val Pomaro è una pizza che canta. Croccante senza essere secca, la senti che ha lievitato a lungo specialmente dopo averla mangiata. Perchè già al caffè non la senti più. E non si ripresenterà più. Leggerissima insomma, pur essendo sostanziosa.
Abbinata a una birra bianca davvero di grande qualità (prodotta da Matthias Müller meriterebbe una trattazione a parte) diventa una esperienza degna di essere ripetuta: ne ho vista servire con dei fungoni rotondi che meritavano solo dal profumo una addentata, alla prossima occasione.
Per le bimbe abbiamo preso due piatti di bigoli al ragù. Trafilati in cucina, e si sente, cicciotti. Sono piaciuti.
Il prezzo di questa scampagnata? Riepiloghiamo quanto ordinato: pizza abbondante per due, due piatti di bigoli che non abbisognano di un secondo da abbondanti che sono, tris di creme alla catalana (gusto classico, buonissima quella al pistacchio, da rivedere quella alla liquirizia) e una focaccia alla veneziana (anche questa fatta in casa) accompagnata con il gelato all’amarena che ti fa voglia di pucciare. Acqua e una birra artigianale. Caffè offerto: 68 euro e 50. Onesto e di qualità.
Un discorso a parte lo merita la location: incantevole.
Si pranza sotto una sorta di amplissima veranda affacciata sul piazzale con gli ulivi carichi di olive. Tavoli apparecchiati con gusto, servizio di grande livello coordinato da Lazzarina Bonello, più che attenta, premurosa, oltre che preparata. E’ la moglie dello chef e con lui condivide una passione autentica per far sentire gli ospiti come a casa. Impeccabile tutto, compreso il cestino del pane che è davvero buono ed anche questo fatto in casa. E se le bimbe, come nel nostro caso, dopo i bigoli vogliono giocare un po’ possono divertirsi su scivolo e altalena del piazzale in compagnia di un grazioso cagnolino di famiglia.
Per info
Val Pomaro – via Scalette 19 – Arquà Petrarca (Padova)
tel. 0429 718229 – 320 6650364
www.ristorantevalpomaro.it
Alberto Gottardo