Nata nel 1961, la Delegazione padovana dell’ A.I.C. festeggia sabato 19 novembre, presso l’Hotel Ristorante “La Bulesca” di Rubano, il cinquantesimo anno della sua fondazione, con un doppio evento, convegno e conviviale, a cui sono invitati tutti gli Accademici di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia; partecipano le istituzioni e importanti relatori, quali il prof. Ulderico Bernardi e il dott. Renato Malaman.
Tema della giornata è “Il sociale in cucina”, che viene affrontato nell’ambito del convegno dedicato alla cucina nel padovano dagli anni Sessanta ad oggi. L’apertura dei lavori è prevista per le ore 9.30, con il saluto e l’introduzione del prof. Cesare Bisantis, Delegato di Padova. Segue l’assegnazione di un premio intitolato, per l’appunto, “La Gastronomia che opera nel sociale”, conferito al laboratorio di pasticceria della “Casa di Reclusione” di Padova e alla Scuola di cucina e panificazione dell’Opera Ca’ Edimar, organizzazioni padovane che utilizzano la cucina come strumento di recupero e reinserimento nella società di soggetti difficili. Intervengono il dott. Nicola Boscoletto, Presidente del Consorzio Sociale Rebus, e il prof. Mario DuPuis, Responsabile dell’Opera Ca’ Edimar.
Dopo la presentazione di due ricette della tradizione storica locale, “il gran bollito alla padovana” e “l’oca in onto”, vengono premiate con la consegna di una targa le due più antiche drogherie di Padova, Dal Zio e Zuin.
La giornata si conclude con la conviviale alle ore 13.30, organizzata in onore del Presidente Nazionale dell’Accademia Italiana della Cucina, il prof. Giovanni Ballarini.
L’Accademia Italiana della Cucina, associazione senza scopo di lucro e autofinanziata, conta più di 7500 iscritti ed è affermata non soltanto sul suolo nazionale, con le sue 212 Delegazioni, ma è anche l’unica associazione gastronomica italiana presente in tutto il mondo, con ben 78 Delegazioni disseminate in ciascun continente.
L’A.I.C. nasce a Milano il 29 luglio 1953 per volontà di personaggi di spicco dell’ambiente culturale, divulgativo, artistico e imprenditoriale dell’epoca, come risposta al disperato grido di dolore lanciato dal giornalista Orio Vergani (“La cucina italiana muore!”), preoccupato che la tradizione gastronomica italiana si stia perdendo in un momento di stravolgimenti culturali. Il loro preciso scopo è quello di salvaguardare l’intero patrimonio culturale italiano, che nella civiltà della tavola trova una delle sue più alte e peculiari espressioni: riconoscendo nella diversità gastronomica regionale un punto di forza ed eccellenza del nostro Paese, l’associazione si impegna a difendere la cucina locale, radicata al territorio, alla tradizione ed al prodotto tipico.
E dove meglio si manifesta la tradizione se non nel convito, momento di aggregazione, di condivisione e di gioia? L’Accademia punta alla valorizzazione di tale appuntamento, tanto in famiglia quanto con gli amici, occasione perfetta per educare le nuove generazioni alla cultura gastronomica e all’importanza della tradizione. Approva, di conseguenza, la diffusione di trattorie ed agriturismi che mantengano le consuetudini culinarie tipiche del luogo, conferendo riconoscimenti ai più meritevoli.
La civiltà della tavola, è, tuttavia, per sua stessa natura un laboratorio di idee in continuo fermento: l’Accademia ne apprezza l’importanza e non mira, pertanto, alla rigida codificazione di tradizioni antiche, bensì si dimostra aperta e favorevole alle evoluzioni del gusto, fermo restando il rispetto della genuinità degli alimenti, allo scopo di impedire approssimative contaminazioni di gusti e sapori.
È per questo motivo che l’attività dei ristoranti d’alta qualità viene costantemente monitorata, non soltanto in Italia, ma anche e soprattutto all’estero, dove più frequenti sono le “falsificazioni”. Il risultato di tale incessante impegno è apprezzabile e fruibile nella “Guida ai ristoranti” pubblicata dall’Associazione, l’unica nel genere che riporti anche i ristoranti italiani all’estero.
Per la preziosa attività svolta nella salvaguardia della tradizione culinaria del nostro Paese, l’Accademia Italiana della Cucina ha ricevuto nel 2003 il titolo di “Istituzione culturale” dal Ministro per le Attività e i Beni Culturali.