Un finale d’anno tutto di tasse per le imprese.
“Purtroppo – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Fernando Zilio – non si tratta di una minaccia: si tratta semplicemente della drammatica realtà”.
In effetti il cocktail che un governo dimissionario ed una classe politica screditata lasciano sul tavolo, è un cocktail avvelenato. Avvelenato dalla crisi economica che riduce i margini di profitto e si fa sentire pesantemente anche sul periodo natalizio, ma avvelenato anche da tutta una serie di scadenze che più di qualcuno non riuscirà ad onorare.
“Già per molte aziende è stato difficile racimolare la liquidità per le tredicesime – continua Zilio – ma quest’anno, oltre alle consuete scadenze legate ad imposte e contributi, pende sulla nostra testa la spada di Damocle dell’Imu che, in troppi comuni, a cominciare dal capoluogo, è stata aumentata in maniera spropositata proprio nei confronti delle attività economiche”.
Come non bastasse, a rendere ancora più fosco un finale d’anno che non si ricorda da tempo, ci stanno pensando anche le banche che non concedono crediti.
“Qualcuno – continua il presidente dell’Ascom – negli anni scorsi, pur di essere in regola col fisco, ha scelto l’opzione dell’indebitamento con le banche. Oggi non è più possibile nemmeno questa con la conseguenza che più di qualcuno sarà costretto a “saltare” magari l’acconto dell’Iva fissato al 27 dicembre”.
Il tutto mentre il Pil registra un – 2,4% ed i consumi rallentano persino nella telefonia.
“L’Imu così maggiorata – conclude Zilio – non ci voleva proprio. Purtroppo anche l’eutanasia del governo, al quale pensavamo di rivolgerci con un ultimo, accorato appello per cercare di limitare i danni, vanifica qualsiasi buona intenzione e lascia le imprese sole a contrastare una crisi che la classe politica, prima di ogni altro, avrebbe avuto l’obbligo di cercare di risolvere magari pensando, per una volta, al bene del Paese e non ai propri interessi”.