Sono troppi gli episodi di criminalità che si stanno susseguendo in questi giorni. Un sentimento di paura diffusa è una sensazione che davvero nessun amministratore può e deve permettersi. È allora necessario potenziare quella rete di sicurezza già esistente, fatta di uomini e mezzi di cui nessuno mette in discussione l’operato, per dare risposta alle nuove esigenze del territorio. C’è evidentemente una crepa nella gestione dell’ordine pubblico e gli episodi di criminalità si stanno susseguendo, con troppa intensità, negli ultimi giorni a Padova e in tutta la Provincia. Mi riferisco agli assurdi pestaggi nelle vie del centro cittadino, ai furti nelle abitazioni di Vigodarzere e Limena, ai gesti di inciviltà nei parchi cittadini. La città manda chiari segnali di ribellione e non rimane ostaggio di pochi. Lo dimostra quotidianamente con tutti quegli atti di coraggio e di senso civico che portano i cittadini stessi ad intervenire in soccorso delle vittime. Ma il ruolo delle istituzioni non può venir meno, a loro spetta il compito di mantenere una serenità diffusa, senza mai abbassare la guardia. Molteplici sono i fattori che concorrono al mantenimento della sicurezza ed alcuni fortemente legati alla questione immigrazione, come dimostrano i recenti fatti di cronaca. A nulla serve generalizzare o puntare il dito, occorre invece comprendere cosa renda legittimi tali comportamenti criminali e lì trovare l’opportuno spazio d’azione. Ritengo indispensabile in questa fase il ruolo di coordinamento provinciale, fondamentale per scongiurare atti frammentari che proprio per questo comprometterebbero la propria efficacia. È necessario dunque un tavolo tecnico che veda amministratori e Forze dell’ordine programmatori di sicurezza. A questo è preposto il tavolo del Comitato provinciale dell’ordine pubblica sicurezza, che già opera e ha operato con efficacia nel territorio, creando le indispensabili sinergie fra Prefetto, Forze dell’Ordine e Amministrazione comunale e provinciale. Bisogna ora potenziare l’azione di questo prezioso strumento consapevoli che una politica campanilistica va superata perchè anacronistica rispetto alle esigenze del territorio. Confronto e condivisione diventino dunque le parole chiave della lotta all’illegalità. Occorre subito individuare le priorità per contrastare il crescendo di fenomeni criminosi a cui stiamo assistendo. Indispensabile il coinvolgendo di tutti gli attori del territorio, primo fra tutti il Prefetto Sodano, che nonostante il recente arrivo a Padova, ha saputo dimostrare fin da subito una particolare attenzione e sensibilità per le vecchie e nuove problematiche del nostro territorio. Gli strumenti per il rispetto della legalità dunque esistono già, ma vanno ora più che mai attuati. Fondamentale il ruolo dalla Provincia protagonista di quel necessario coordinamento delle Politiche per la sicurezza di tutti i 104 Comuni che la compongono. Un percorso che ad una inevitabile, e quanto mai dovuta, fase di repressione del crimine deve affiancare e potenziare quelle politiche per l’immigrazione finalizzate all’integrazione. Diffondere la cultura della legalità è infatti l’azione più potente contro la criminalità.
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