Lo chiama “lo spettacolo dei sensi”, e ti dice “io ho sempre voluto fare il migliore panettone del mondo”. Se c’è un ingrediente che abbonda nell’impasto della vita professionale di Luigi Biasetto, c’è la sicurezza. Chi lo conosce superficialmente la scambia per vanagloria, il guaio è che poi assaggi il panettone più buono del mondo, bendato, e te ne accorgi subito che Luigi Biasetto, se non ha raggiunto il suo obiettivo, certamente è a tanto così dal raggiungere il traguardo di essere il numero uno nella preparazione di quello che è forse il dolce più amato al mondo. Sono vent’anni che Biasetto in piazzale Potecorvo è sinonimo di eccellenza assoluta a Padova, da dodici anni il Gambero Rosso gli riconosce le ambitissime tre tazzine.
Poi è arrivato il grande pubblico della tv. E con quello probabilmente anche l’invidia dei colleghi che ti dicono “eh sì Biasetto però“. Io se fossi un pasticcere, quando mi fanno un complimento direi “eh sì, però Biasetto” tenendolo come punto di riferimento.
Biasetto ha bendato tutti i presenti ieri sera, dopo aver spiegato con dovizia di particolari, cosa significa fare un panettone, cosa dovrebbe esserci e cosa in realtà ci va quando comperi un un prodotto industriale o uno artigianale. Ha spiegato l’avvincente storia del lievito, che come un bambino, ha bisogno di dormire la notte, gli devi fare il bagnetto e guai a non nutrirlo ogni quattro ore.
Dietro di lui c’era una squadra di giovani, che ascoltavano in silenzio, consci di essere ancora a scuola anche se stanno lavorando. Con Luigi Biasetto lavorano 52 persone “ed è merito della squadra che sa gestire oltre 400 referenze se siamo dove siamo”. E Luigi Biasetto e la sua squadra sono certamente molto vicini alla vetta del gusto. Di panettoni Biasetto ne fa quattro: il classico, il milanese, quello con noci e caramello e l’orientale. Poi c’è quello al cioccolato, che probabilmente più che un panettone, è “il” panettone di Biasetto, perchè una cosa del genere io francamente non l’ho mai provata da nessun altra parte.
E poi c’è il pandoro, che meriterebbe e probabilmente meriterà su questa pagina, un ragionamento a parte.
Ho l’impressione che con la tappa di ieri sera il viaggio alla ricerca del miglior panettone di Padova, iniziata con il buonissimo panettone classico di Casa Vecchiato in piazza dei Frutti, si sia già conclusa in piazzale Ponte Corvo: c’è quello innovativo che profuma di infusione di the, denomonato “l’orientale”, c’è quello al cioccolato che ti parla della doppia nazionalità gastronomica di Luigi nato a Bruxelles e poi c’è lo strepitoso classico. Gianni Biasetto ha fatto, nel mio cuore, passando dalla gola, il triplete. E come Mourinho magari non sta simpatico ai suoi colleghi. Specie a quelli che un triplete così se lo sognano.
Che spettacolo, signor Biasetto. Ha ragione lei, la modestia la lasci ai modesti.
Alberto Gottardo