Lunedì mattina Giuseppe Cruciani al Morning Show di Radio Padova in diretta dal Caffeine di via Roma

 

Sarà una puntata speciale in un ambito già straordinario. E’ di per sè straordinario che una radio scelga una volta la settimana di uscire dagli studi per incontrare le persone in uno spazio pubblico come la sala del Caffeine di via Roma 96, nel cuore del centro storico di Padova. Se controllate su internet ci sono casi simili solo nelle grandi città europee, certamente in metropoli dieci volte e più grandi di Padova di cui la radio per cui lavoro porta il nome. A rendere speciale la puntata già di per sè straordinaria è il fatto che avrò la possibilità di portarmi “in casa mia” cioè nel programma che ho contribuito a rendere il successo che è, Giuseppe Cruciani. Fosse una squadra di calcio, è come se Cristiano Ronaldo, per fare una cortesia a un giocatore del Padova, venisse all’Euganeo a fare un tempo di una partita di campionato. Per me è un regalo grande, figlio del lavoro fatto in questi mesi assieme a Giuseppe, che ha deciso di aprirmi per primo le porte di “casa sua”, de La zanzara, il programma di radio 24 da dieci anni tra i più ascoltati e sicuramente il più discusso del panorama nazionale. La prima puntata a cui ho parteciapato è stata quella del 19 settembre dello scorso anno e in questi sei mesi ne sono arrivate tante altre. Ero emozionatissimo quella sera, sarò emozionato, in maniera diversa, anche lunedì mattina.
Faremo un pezzo di Morning Show con il sapore di Zanzara dopo che per tanti mesi ho portato un pezzo di Morning Show a La Zanzara. E’ uno dei tanti esperimenti e traguardi che Radio Padova mi ha permesso di tagliare durante due anni fin qui straordinari. Ed è anche, credo, un piacere per il resto della squadra di persone che hanno costruito questo progetto, nato da una coraggiosa idea dell’allora direttore Costantino Da Tos, portata avanti dal conduttore storico della radio Barry Mason a cui si sono aggiunti poi oltre al sottoscritto, Joe Formaggio, il sindaco di Albettone contro opinionista rude ed iperbolico, il Giovane Cecconi, a procacciare gli ascoltatori da sottoporre ad interrogatorio in onda e Francesco Tonolo, bravissimo a mettere in fila le tantissime voci che ogni mattina il nostro programma raccoglie.
Io amo questo programma, che sento molto mio, perchè viene pensato ogni giorno, a partire dai cinque successivi ai saluti della puntata precedente. E’ un pezzo della mia vita degli ultimi due anni, che mi ha costretto ad alzarmi ogni giorno alle 5, compreso il weekend, perchè quando prendi quel ritmo, il corpo si sveglia anche quando vorresti dormire. Mi è costato moltissime incazzature e una mezza dozzina di litigi da matto. Mi ha dato però l’orgoglio di fare un prodotto riconoscibile e addirittura citato dalle radio nazionali venti volte più grandi di noi. In questi due anni siamo stati una sorta di provinciale terribile, capace di tenere testa alle grandi. Io mi sono sentito come Dario Hubner: uno che non è bello magari da vedere, che però in campo ha tre polmoni e due cuori, e quando la tira verso la porta, il portiere ha paura. Io mi sento così quando ho davanti il microfono: dò tutto, sudo, mi incazzo ed a volte mi manca scoppia il cuore. Mi sento come Hubner e se arriva Roberto Baggio a giocare nel mio stadio di provincia, insomma, lasciatemi godere un po’.

Alberto Gottardo