Mi è caro essere qui con voi nella solennità dell’Immacolata concezione di Maria Santissima.
Saluto e ringrazio per l’invito il sindaco Sergio Giordani, saluto le Istituzioni e tutti voi qui raccolti a rendere omaggio alla Madonna dei Noli, protettrice di tutti coloro che hanno una responsabilità civile e svolgono un servizio per la comunità.
Desidero collocare il mio saluto all’interno del percorso di Avvento che stiamo compiendo come Chiesa di Padova.
Nelle domeniche di Avvento ho scelto di prestare attenzione ad alcune questioni emergenti che riguardano il nostro tempo, per porle nella speranza dell’attesa di un compimento di bene. Ecco allora un’attenzione particolare alle situazioni ed età della vita che necessitano di maggior cura: le giovani generazioni e gli anziani; una crescente preoccupazione per le povertà e un aspetto che ci coinvolge tutti che è la crisi ambientale nonché energetica.
Questioni emerse anche dall’ascolto degli amministratori negli spazi di dialogo del Sinodo diocesano, nell’incontro con i sindaci nella ricorrenza della festa di san Prosdocimo e nei gruppi di discernimento della Formazione all’impegno sociale e politico. Non abbiamo risposte preconfezionate, ma sappiamo che la loro efficacia sarà tanto più vera e duratura quanto più sarà il frutto di una collaborazione allargata tra tutti i soggetti sociali e istituzionali, concordi nel perseguire il bene dei destinatari.
Questo si realizza per i giovani quando percepiscono la fiducia degli adulti e hanno accesso alle opportunità di costruzione del loro futuro; per gli anziani, quando non sono lasciati soli e possono godere della giusta assistenza e compagnia; per i poveri, quando la loro condizione è vista e sono presto aiutati a risollevarsi.
Il dialogo tra la chiesa e la città di Padova permette di prendersi cura insieme delle necessità che di volta in volta si presentano e di costruire il volto, il carattere della città.
Ne sono un esempio le Cucine economiche popolari che nel loro 140° anniversario testimoniano una risposta valida e attuale della città alla povertà. Una città che non rinuncia a prendersi cura dei più fragili, ma anzi si attrezza a farlo sempre meglio, è una città degna del suo nome!
Insieme abbiamo tessuto la rete di volontariato che ha funzionato come rete di protezione nella fase acuta della pandemia; insieme mutuando questo modello e prendendo spunto anche dal progetto diocesano “La carità nel tempo della fragilità”, avviato nel tempo del Covid, siamo chiamati a intervenire per sopperire ai bisogni immediati dovuti alla crisi energetica e a determinare scelte strategiche, dal punto di vista ambientale e sociale, sulla conversione all’uso di energia derivante da fonti rinnovabili.
La sinergia si esprime su più fronti da quello della pace con “Uniti per la pace Padova” (movimento che raccoglie un gran numero di organizzazioni padovane civile e religiose che operano per la pace), fino a quello artistico e mi riferisco in particolare alla “Domus Opera” che comprende il Battistero, la Cattedrale, Palazzo vescovile con il Museo diocesano, ossia il complesso dei beni artistici e architettonici che si affacciano su Piazza Duomo. È stata inaugurata la scorsa estate non tanto per conservare, ma per valorizzare il patrimonio artistico e di fede da offrire a chi abita la città e a quanti la visitano attratti dalla sua bellezza e dalla ricchezza della sua storia.
La città di Padova eccellente snodo di collegamento per merci e persone, prestigiosa città universitaria, tra le nove città pilota in Italia per il raggiungimento della neutralità climatica, Capitale europea del volontariato, “Padova meravigliosa” patrimonio dell’Unesco mostra la sua capacità di vivere non solo di ricordi, ma di saper costruire il suo futuro con vivacità e partecipazione. Gli 800 anni dell’Università degli Studi di Padova ci mostrano il collegamento indispensabile tra il pensiero e l’azione, la circolarità dei saperi, la necessità di un apprendimento cooperativo. “Padova meravigliosa” offre lo spunto per realizzare bellezza, arte, poesia a partire dai nostri gesti e parole, dalle nostre relazioni e incontri.
Vorrei potessimo prendere seriamente a cuore la questione della partecipazione in generale come superamento di un pericoloso individualismo e in particolare come assunzione di responsabilità alla vita attiva della politica. È nostro compito suscitare e accompagnare la chiamata all’impegno politico come forma più grande di amore alla propria città. Le istituzioni hanno il compito di promuovere la partecipazione e accrescere il senso di appartenenza affinché la città sia spazio abitato e non solo vissuto o ancor peggio solo usato.
Infine ricollegandomi alle quattro questioni espresse all’inizio azzardo quattro sfide:
1 Lavoriamo assieme per essere “capitale dell’alleanza intergenerazionale”, dando protagonismo ai giovani e nell’interazione con gli adulti favoriamo lo scambio di competenze, sapere ed esperienze.
2-3 Mentre ci impegniamo a perseguire l’obiettivo “zero emissioni” entro il 2023 (sfida già intrapresa e che va perseguita con determinazione), poniamo il limite temporale del 2025 per realizzare la terza sfida: facciamo crescere le relazioni di buon vicinato e sosteniamo gli interventi di assistenza agli anziani e a chi manca del supporto relazionale per raggiungere l’obiettivo “zero solitudine”.
4 La “città della pace e dei diritti umani” può diventare la “città della convivenza universale”: dando dignitosa accoglienza a chi si trova nell’indigenza e intraprendendo percorsi di effettiva integrazione. Molti sono gli esempi di buone pratiche di accoglienza concreta nella nostra città, che sono da conoscere e sostenere, in particolare attraverso l’accoglienza diffusa e nelle famiglie che attivano percorsi virtuosi, generativi e di scambi reciproci.
Mettendoci sotto la protezione della Madonna dei Noli chiediamo la pace per tutti i popoli in guerra, preghiamo per i governanti perché si destino dall’ammagliante fascino del male e abbandonino le logiche del potere prevaricante, e chiediamo per tutte le persone che svolgono un servizio alla comunità e per tutti noi, di credere nella forza del dialogo, unica via per perseguire il bene della città e la pace dei suoi abitanti.