E’ anche merito di una “mamma coraggio” se i carabinieri della compagnia di Padova sono riusciti ad arrestare nelle ultime ore quattro giovanissimi spacciatori di marijuana, di cui uno minorenne ed a denunciarne altri te, sgominando di fatto l’intera rete che riforniva di droga gli adolescenti di un quartiere residenziale della periferia padovana. La donna si era accorta che ultimamente il figlio, un quindicenne, era “cambiato”. Motivo del cambiamento era l’hashish di cui la mamma ha trovato una bustina di droga in un cassetto della camera del figlio. La donna non si è persa d’animo ed ha avvisato i carabinieri che dopo una serie di pedinamenti hanno stretto il cerchio atorno alla banda di pusher, tutti padovani, e tra gli arrestati anche un minorenne. In tutto i militari hanno sequestrato un chilo di sostanza stupefacente.
“Il gesto della mamma che ha denunciato e fatto arrestare il proprio figlio, in possesso di circa 200 grammi di marijuana è un atto di amore e coraggio. Amore per il figlio e coraggio di fronte alla società. Per troppo tempo a Padova si è fatto finta di non vedere che il problema delle dipendenze sta tornando ai livelli drammatici conosciuti negli anni ’80”.
Questo il commento del professore Oreste Terranova, candidato sindaco per l’Udc al comune di Padova.
“Credo che sia evidente – aggiunge Terranova – come la città debba interrogarsi e reagire al fenomeno. Se c’è un’orda di spacciatori in piazza che offrono droga di tutti i tipi ed a tutte le ore vuol dire che c’è anche chi la compera. Quindi, come più volte sottolineato anche dal questore Luigi Savina, non basta solo la repressione ma occorre una prevenzione sul piano culturale ed educativo. Agire sulla scuola e sulla famiglia vuol dire sostenerle, anche con una azione più incisiva da parte dei servizi sociali che devono cercare di evitare che i nostri figli arrivino al Sert.
Questo vuol dire smetterla di considerare alcune droghe “leggere”, come fatto molto spesso in piazza dai disobbedienti alleati del sindaco Flavio Zanonato protagonisti di numerose “spinellate”. Mi chiedo inoltre se non sia arrivato il momento per indire una sorta di “Stati generali” sulla sicurezza ed il rischio della deriva microcriminale connessa all’uso della droga: occorre che le istituzioni civili assieme alle forze dell’ordine, alle parrocchie, centro importante di educazione dei nostri giovani, ed al mondo della scuola e dello sport si mettano attorno ad un tavolo per elaborare strategie condivise di medio periodo”.