Manifestazione del centro sociale Pedro di fronte alla questura di Padova

 

Manifestazione oggi nel primo pomeriggio degli attivisti del centro sociale Pedro davanti alla questura di Padova. Gli attivisti, per bocca di Zeno R., e del suo avvocato Aurora D’Agostino (nella foto di repertorio), accusano un gruppo di poliziotti del reparto mobile di Padova di percosse ingiustificate durante e immediatamente dopo un controllo dell’identità dell’attivista, già noto alle forze dell’ordine, avvenuto ieri pomeriggio.
Qui di seguito un comunicato diffuso dalla questura di Padova in serata:
“In merito a quanto riportato dalla cronaca locale circa una patita aggressione di un attivista del Centro Sociale Pedro avvenuta nella giornata di ieri, si precisa che l’episodio si inquadra in ripetute invettive, rivolte ad un contingente del Secondo Reparto Mobile di Padova che stava facendo rientro in Questura al termine di un servizio di ordine pubblico, da parte del predetto attivista da poco uscito dalla Questura dove aveva adempiuto alla misura cautelare dell’obbligo di firma, disposta dall’ AG in ordine a precedenti episodi di violenza di cui si è reso protagonista.

Tale reiterato comportamento, avvenuto intorno alle ore 13,30 nella centrale via Riviera Ponti Romani alla presenza di numerosi cittadini, ha determinato la necessità da parte della FF.O. di procedere alla identificazione del giovane, sconosciuto agli operatori.
Nella circostanza, alcuni agenti scendevano dal mezzo chiedendo l’esibizione del documento di riconoscimento, ricevendone il fermo ed immotivato diniego, accompagnato da ulteriori plateali insulti verso gli agenti e verso il corpo della Polizia di Stato; ciò ha determinato la necessità di procedere al suo accompagnamento in Questura a bordo di un equipaggio della Sezione Volanti, azione che ha richiesto un intervento proporzionato, in considerazione dell’opposizione che il giovane frapponeva.
In ordine ai tempi di permanenza presso il predetto Ufficio di polizia, si specifica che l’individuo è stato trattenuto per il tempo necessario in considerazione del fatto che gli operatori che hanno proceduto al controllo, unici deputati alla stesura degli atti di polizia giudiziaria, sono dovuti ricorrere alle cure mediche presso il locale ospedale ricevendo una prognosi di giorni sette cadauna e che solo a seguito delle dimissioni, avvenute alle ore 17.40, hanno potuto redigere gli atti conseguenti all’episodio, conclusisi alle ore 19.00 circa.
Al termine dell’attività di p.g. il giovane è stato deferito all’ A.G. in stato di libertà, per i reati di resistenza e oltraggio a P.U., rifiuto di fornire le proprie generalità, lesioni e successivamente rilasciato. Circa la permanenza in Questura si rappresenta che lo stesso non ha mai lamentato alcun disagio né mai richiesto l’intervento di personale medico.
Di tutta l’attività svolta in Questura è stata prontamente ed integralmente informata la locale Autorità Giudiziaria, cosi come della prognosi riportata dal giovane attivista”.