Cinque anni dopo la lezione è sempre quella: se un sindaco uscente lo accoltelli durante tutta la campagna elettorale, contrapponendogli coalizioni civiche varie contro, e poi magari fai finta nelle due ultime settimane di fare la pace, perdi. Se passi le ultime due settimane di campagna elettorale a chiamare a casa i cittadini parlando male dell’avversario, perdi. L’ho visto cinque anni fa, quando un ottimo vice sindaco Ivo Rossi, divenne a Padova il bersaglio preferito dei suoi stessi compagni di coalizione, e sappiamo come finì quella campagna elettorale diventata più simile a una via crucis. E scrivo questo senza nemmeno un grammo di acredine nei confronti di Marco Schiesaro, nuovo sindaco di Cadoneghe, cittadina a nord di Padova, oltre il ponte sul Brenta, che conosco da anni e verso cui non sarei capace di scrivere un solo aggettivo negativo.
Di aggettivazioni per nulla lusinghiere ne sento e ne leggo tante nei social in queste ore verso una parte, quella che dovrebbe essere guidata dal Partito Democratico, che esce devastata da questa avventura elettorale, dove Cadoneghe non è neanche il fallimento più grande. Pare quasi una barzelletta infatti quanto avvenuto a Monselice, paese natale del segretario provinciale Vittorio Ivis: lì il Pd del candidato imprenditore Sandro Giordani, cugino del sindaco di Padova Sergio che giusto due anni fa riuscì, appunto unendo davvero le due anime della sinistra, a riconquistare Padova. Regista politico dell’operazione “Giordani bis” è stato il segretario Pd Ivis, che già a marzo ha fatto salpare le flotte dell’invincibile armata giordaniana. Buttandosi anima e corpo sulla campagna elettorale del candidato sindaco e quella sua personale, tanto che a chi gli chiedeva “segretario, ci sarebbero le europee, ci darebbe una mano .. ” il giovane Ivis raccontava dei patimenti per la campagna elettorale propria e del candidato illustre, che pure in passato qualche grossa critica da parte dello stesso Pd che lo criticava l’aveva ricevuta, in quanto responsabile sviluppo di Aspiag, l’acronimo che sta dietro Despar a Nord Est. La barzelletta a cui Francesco Miazzi e gli altri ambientalisti di Monselice non hanno voluto partecipare sta proprio in questo: aver candidato il rappresentante di un gruppo che, nel paese che ha lottato per anni contro le cementerie, significava altro cemento e un nuovo casello autostradale. Nel braccio di ferro tra partito/supermercato e partito/ambiente hanno vinto Lega e centrodestra che sono andati dritti come un razzo al ballottaggio. (ah, siccome internet ha la memoria lunga, leggete cosa scriveva il Pd di Monselice, e quindi Vittorio Ivis non più tardi di due anni fa prima di conoscere meglio Sandro Giordani https://www.facebook.com/partitodemocraticomonselice/posts/1218309724889182/
Sia chiaro: Sandro Giordani ha fatto una cosa nobilissima: metterci la faccia, probabilmente anche i soldi per la campagna elettorale, e chissà, anche qualche altra coincidenza. A lui va l’onore di chi ha fatto una scelta senz’altro civica, anche se poi marchiata Pd, ed allora tanto civica non lo era.
Sia chiaro due: a me Vittorio Ivis fa anche un po’ tenerezza: curriculum professionale tipo Luigi Di Maio, per capirci, dopo un percorso universitario concluso non senza fatica, si trova di fronte a un bivio. Rimanere alla guida del Partito democratico dopo la peggiore delle sconfitte in provincia (e dopo essere riuscito a non arrivare manco primo nel partito quanto a preferenze) e rinunciare a un rimborso che comunque permette di sbarcare il lunario, o dimettersi, salvando la faccia e potendo dire “ho tratto le conclusioni di questa sconfitta, tocca ad altri fare meglio” autorottamandosi, lui che insomme Matteo Renzi lo ha sempre sostenuto sin dai tempi in cui partecipava con entusiasmo alla campagna elettorale per le regionali di Alessandra Moretti? Nelle prossime ore in via Beato Pellegrino dove Vittorio Ivis ha un ufficietto con su scritto “segretario provinciale” qualcuno deciderà se decidere o fischiettare allegramente come se nulla fosse successo.
E poi mi domandano come mai non ho mai preso la tessera del Pd. Perchè continuo a vedere gente come questa che ti spiega come funziona la politica: professionalmente (quasi) buoni a nulla, politicamente capaci di tutto, compreso chiamarmi dopo che scrivo post come questo. Cari amici o compagni (a volte di merendine) abbiate il coraggio di autorottamarvi. Poi un posticino il padrone di turno, ve lo troverà. E saranno due cuori e una cas(s)a.
Alberto Gottardo