Aveva fatto molto rumore la posizione dell’assessore Maurizio Saia che lunedì aveva detto che lo Sherwood festival andava spostato in zona industriale. Dal mondo degli appassionati della musica live, oltre che dalle frange della sinistra più radicale, si è levato un coro di guerra, che ora il sindaco Massimo Bitonci prova a smorzare, riproponendo uno schema già usato quando l’assessore Saia aveva attaccato frontalmente gli organizzatori del Radar festival lasciando poi al sindaco di Padova il ruolo di pompiere.
“Nessuno ha la verità in tasca, nemmeno il sindaco, che, piaccia o meno, è stato eletto per rappresentare tutti: chi organizza lo Sherwood Festival, chi lo frequenta, chi abita o transita abitualmente nei pressi all’area dello stadio Euganeo – dichiara Massimo Bitonci – La facoltà di organizzare un festival non è un diritto acquisito: fatto questo presupposto, il ruolo dell’Amministrazione non è quello di impedire lo svolgimento di una rassegna che attira numerosi giovani e famiglie, e può rappresentare un’opportunità per tutta la città. Non possiamo tuttavia prescindere dalle numerose richieste e dalle centinaia di firme di chi, residenti o esercenti della zona, lamenta gravi disagi dovuti al traffico e al disturbo della quiete pubblica, durante lo svolgimento della kermesse – precisa – Il nostro progetto non è di chiudere o necessariamente spostare Sherwood, tantomeno intendiamo prendere decisioni senza un confronto con le parti. Estremizzare il dibattito, offendere a priori, assumere atteggiamenti di intolleranza e rifiutare il dialogo con l’Amministrazione interessa solo a chi, per esistere, ha bisogno di crearsi un nemico contro cui combattere – conclude – Sono certo che le persone che hanno realizzato questa manifestazione, che negli anni ha riscosso un certo successo, non si confondono con chi vuole chiudersi nel muro contro muro. Lo Sherwood può rappresentare un momento di accrescimento artistico e culturale per tutti, ma non può prescindere dal rispetto che si deve ai residenti. Sediamoci a un tavolo e troviamo la soluzione, non escludiamo alcuna possibilità. Lo scontro non conviene a nessuno, soprattutto alle migliaia di persone che negli ultimi anni hanno partecipato a concerti e dibattiti e, auspicabilmente, lo faranno anche l’estate prossima”.
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