Un Pesce da mezzo milione di euro. L’assessore alla cultura, che a differenza di chi scrive, è persona erudita, coglierà la maiuscola. Ma, gioco di parole a parte, la domanda è: occorreva andar così lontano per trovare un nome da spendere, aggiungerei finalmente, nel panorama finora parecchio desolante dell’offerta di mostre pubbliche a Padova?
Leggiamo dal Gazzettino che Gaetano Pesce conta opere esposte nei principali musei del mondo (a questo link le opere, cinque su migiaia, esposte a V&A di Londra). Benissimo. Non discuto che non valga mezzo milione di euro una mostra dedicata al designer, anche se poi i visitatori attesi sono 25mila ed allora significa che ogni visitatore costerà alla collettività 20 euro. Tanti, signor assessore. Il Mattino di Padova crocifisse l’amministrazione Bitonci parlando di “flop” quando a metà mostra quella dei dinosauri al San Gaetano traguardò 100mila visitatori paganti incassando 700mila euro contro poco più di un milione. Qui la copertura dei due terzi dei costi credo, a meno di non mettere un biglietto di 15 euro a testa, non la vedremo manco con il binocolo.
“La cultura non si misura con la quantità ma con la qualità” diranno le persone più colte del sottoscritto. Certo, verissimo, tantopiù che la mostra dei dinosauri appena citata da questo tipo di angolazione era davvero povera.
Ma mi domando: occorre andare a pescare Pesce con una esca da 500mila euro? E se, come diceva il Manzoni, invece di cercare lontano si cercasse vicino tipo in casa nostra?
Due suggerimenti, se mi è permesso, per la prossima volta che la Fondazione mette a disposizione mezzo milione di euro. Sarebbe carino ad esempio far rientrare a Padova la manifestazione Chronicae, appena conclusa con un notevole successo a Piove di Sacco, curata da Matteo Strukul, premio Bancarella 2017, presidente della giuria del premio quest’anno, ed autore di romanzi tradotti e venduti in tutta Europa.
Non mi risulta che sia mai stata organizzata a Padova una manifestazione pubblica per dare, da parte della città, il giusto riconoscimento a Strukul, padovano laureato della nostra università.
Sarebbe utile magari dare cittadinanza a un altro padovano eccellente a livello mondiale: Maurizio Cattelan, una delle popstar dell’arte, che a Padova non ha mai avuto una mostra dedicata. Qui di fianco l’articolo che il Corriere della Sera dedica all’artista padovano.
E che fine ha fatto la biennale di architettura Barbara Cappochin? Ecco, sommessamente, mi sento, da ignorante, di dare questo tipo di indicazioni a chi ne sa più di me. E spende 500mila euro per una mostra che sarà vista, bene che vada, da un numero davvero esiguo di appassionati.
Alberto Gottardo