Guai giudiziari a quanto emerge da un comunicato della Procura della Repubblica di Bassano per il fondatore di Reteveneta Giovanni Jannacopulos, reo nell’ipotesi del pubblico ministero che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, del reato di minaccia a pubblico ufficiale.
“Quanto emerge dall’indagine che riguarda il capostipite del gruppo editoriale cui fanno riferimento Rete Veneta e Antenna Tre interroga su come funzionino certi meccanismi in Veneto, o nello “Zaiastan”, come ribattezzato dai media nazionali.
Siamo di fronte all’ipotesi, evidentemente suffragata dalle prime risultanze investigative, tanto da convincere un giudice, quello per le indagini preliminari, a controfirmare una richiesta di misura cautelare, di un padre padrone dell’informazione, che facendo leva sul proprio potere, muove politici e giornalisti. A questi ultimi credo dovrebbe dare una tirata d’orecchi l’ordine. Ai primi deve pensare in primis il Consiglio regionale. Chi chiamava l’indagato? Come poteva permettersi di fare pressione? Su quali leve operava? Quanto ha destinato la Regione in termini di pubblicità alle emittenti comandate così da un uomo accusato di minacce al direttore generale dell’Ulss 7. Su quali leve poteva appoggiarsi? Tutte domande a cui in primis il presidente della Giunta Regionale del Veneto Luca Zaia dovrebbe rispondere. Sempre se qualche giornalista avrà mai il coraggio di porgli queste domande”.
Così il presidente nazionale dell’associazione Federcontribuenti Marco Paccagnella, in relazione alla notizia dell’emissione di una misura cautelare nei confronti dell’imprenditore che controlla il gruppo editoriale cui fanno Capo Antenna Tre e Rete Veneta