Come se non bastasse la pressione fiscale tra le più elevate d’Europa, adesso arriva anche la multa per il commerciante che non accetta il pagamento tramite Pos: 30 euro!
“A parte il fatto che non mi sembra di vedere tanti negozi senza il Pos – commenta il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – è singolare che il ministro Padoan ed il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini, vengano in Confcommercio a parlare di reciproca fiducia e poi ti arrivano certe “improvvisate” che più che offrire un’occasione per ridurre l’evasione sono un modo per dare in pasto all’opinione pubblica la solita immagine dei commercianti tutti evasori. Se il governo pensa realmente di fare del sistema elettronico di pagamento un modo per evitare l’evasione, allora faccia in modo che le banche eliminino le commissioni: agli onesti diminuirebbe i costi, ai disonesti toglierebbe un alibi”.
Ma su questo pare che i governi (tutti, nessuno escluso) facciano orecchie … da mercante.
“Vi ricordate – continua Bertin – la franchigia di 100 euro “senza commissioni bancarie” sui rifornimenti di carburante? E’ durata lo spazio di un mattino a dimostrazione che le banche, in questo Paese, vanno sempre tutelate, i consumatori ed i commercianti, molto meno”.
A rammaricare il presidente dell’Ascom è però anche una situazione molto locale.
“Il pagamento col Pos – aggiunge – è un fatto di modernità ed i commercianti, di fronte alla crisi, hanno dovuto per forza di cose ammodernarsi se hanno voluto rimanere sul mercato. Pensare che vogliano privarsi di uno strumento di pagamento che è sempre più diffuso, col rischio di perdere vendite con l’obiettivo di evadere il fisco mi sembra una ricostruzione della realtà buona per il secolo sorso. Piuttosto mi piacerebbe sapere perchè uno strumento come il pagamento elettronico non venga utilizzato per stanare gli abusivi dei vari ingrosso cinesi che non solo non vengono sanzionati per le mille irregolarità che dentro i capannoni della nostra zona industriale si perpetuano ogni giorno, ma si offra all’opinione pubblica l’idea che siano i negozi regolari quelli che meritano di essere tartassati”.
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