Il coronavirus sta incidendo in modo rivoluzionario nelle abitudini di vita delle persone. L’obiettivo di evitare contagi sta costringendo tutti a modificare le proprie abitudini e la minore mobilità imposta dai vari decreti restrittivi ha portato ad una profonda modifica nelle modalità di acquisto.
In una situazione che ha raggiunto livelli di allarme economico impressionante per il commercio, i pubblici esercizi, le attività turistiche e di servizi alla persona, i piccoli negozi di vicinato, la bottega sotto casa, il macellaio, il fruttivendolo, stanno riconquistando un ruolo fondamentale nella vita e nelle abitudini dei consumatori.
“Il fenomeno era prevedibile – afferma il Presidente Nicola Rossi – i negozi dei prodotti considerati non essenziali (tutto il settore moda ad esempio) è chiuso dallo scorso 11 marzo ed il settore sta subendo perdite sopra l’80%. La risposta dei negozi è stata quella di operare con vendite on line, telefoniche per corrispondenza o per TV. Ma i risultati sono ancora limitati. Non così nel comparto alimentare dove i piccoli negozi hanno saputo riconquistare fino in fondo la ‘fiducia dei consumatori’. Fare la spesa nel negozio sotto casa sta diventando un modello che garantisce la scarsa mobilità, la sicurezza di un ambiente conosciuto e, se vogliamo, la garanzia di rischiare il meno possibile eventuali conseguenze da contagio”.
Un po’ tutti gli esercizi di alimentari, si sono poi attrezzati con la consegna a domicilio, fatta direttamente o attraverso incaricati in alcune casi anche di associazioni del volontariato.
“Un fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale, continua Rossi, oramai non c’è comune nella provincia di Padova che non abbia messo a disposizione un elenco di negozi e di attività che effettuano la consegna a domicilio.
Ma, mentre per alcuni settori, come ristoranti, pizzerie gastronomie, pasticcerie, quella della ‘consegna a domicilio’ diventa una parte modesta di recupero di incassi perduti, la consegna a domicilio o la spesa in negozio su prenotazione sta diventando un vero e proprio modello di successo”.
Nella frutta e verdura vengono segnalati aumenti delle vendite superiori all’80% rispetto al mese precedenti, bene anche le macelleria con un 30% in più, quasi al raddoppio le attività dei negozi di gastronomia ed alimentari.
Si parte con ordini di qualche euro, circa dieci euro, ma già dal secondo ordine la spesa media sale a 40 euro.
La vera rivoluzione continua Rossi è che il fenomeno sta crescendo e credo continuerà anche dopo il periodo drammatico del COVID 19. “Sta a noi, alle migliaia di esercenti del nostro territorio saper cogliere fino in fondo questa situazione, saper trasmettere concretamente quel rapporto di fiducia che si sta riconquistando nelle città, nei quartiere nelle aree urbane nei piccoli comuni. Quello che Confesercenti raccomanda è di aderire alle varie iniziative dei comuni che attraverso i social stanno informando i cittadini su dove fare acquisti telefonici e ricevere la spesa a casa. Evitiamo di rischiare la ‘fiducia’ con siti portali ed app che possono creare confusione dalla troppa offerta. Riconquistiamo l’economia del territorio che è fondamentale per dare fiducia e futuro al nostro Paese. In questa direzione anche l’iniziativa CONFIDUCIA di Confesercenti che vuole dare ulteriori stimoli allo sviluppo di un sistema economico sempre più legato al territorio”.
Sono poco più di 2.300 i negozi di alimentari in provincia di Padova, di questi abbiamo 280 ortofrutta, 350 macellerie, 50 di prodotti ittici, poco più di 200 specializzati (panetterie, dolci, ecc.) e oltre 1000 di alimentari generici.