I numeri dello spreco alimentare in Italia, pur con segnali di miglioramento, continuano a essere preoccupanti: le perdite sui campi, nella produzione industriale e lungo tutta la filiera distributiva valgono oltre 3,5 miliardi di euro ogni anno, ma rappresentano soltanto la punta dell’iceberg.
Lo spreco alimentare domestico, infatti, incide per oltre il 75% e porta il valore complessivo a più di 15,5 miliardi di euro: in pratica lo 0,94% del PIL nazionale (fonte dati Ministero dell’Ambiente e Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna).
La necessità di prevenire e ridurre lo spreco alimentare, a livello nazionale e non solo, è amplificata ulteriormente dai dati sulla povertà in Italia: secondo l’Istat, quasi diciotto milioni di residenti nel nostro Paese sono a rischio di povertà o esclusione sociale. Ancora più drammatica la fotografia della Caritas, che rileva come un giovane su dieci oggi viva in povertà assoluta (dieci anni fa era uno su cinquanta): tra questi, i minorenni sono ben 1,29 milioni.
“Uno scenario di questo tipo rende urgente e indispensabile l’impegno di tutti per la prevenzione dello spreco e la lotta alla povertà alimentare”, dichiara Paul Klotz, amministratore delegato di Aspiag Service, la concessionaria Despar per il Triveneto e l’Emilia Romagna.
“Per questa ragione la nostra azienda è attiva dal 2003 con progetti di recupero delle eccedenze, in collaborazione con Banco Alimentare e Last Minute Market. E già dal 2015 tutte le nostre filiali Despar, Eurospar e Interspar sono abbinate a uno o più enti beneficiari, che ridistribuiscono la merce raccolta a tantissime persone e famiglie in difficoltà”.
In occasione della quinta Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, Despar Nordest rende noti i numeri di questo impegno: nel 2017, grazie all’allargamento della rete di supermercati aderenti al progetto, il marchio con l’abete ha recuperato e rimesso virtuosamente in circolo cibo per un valore totale di 5.991.000 euro, consentendo a oltre 200 enti, associazioni e onlus di produrre più di due milioni di pasti.
Il 48% di questo valore (pari a 2.858.848 euro) è stato recuperato e ridistribuito in Veneto ed Emilia Romagna; a favore delle associazioni in Trentino e Alto Adige è stata donata merce per un valore di 1.214.761 euro; in Friuli Venezia Giulia il cibo rimesso virtuosamente in circolo vale 1.917.490 euro.
“Accanto al progetto di recupero merce”, spiega ancora Klotz, “ci siamo attivati sul fronte dell’educazione alimentare, in particolare con il progetto didattico ‘Le Buone Abitudini’, che in undici anni di vita ha coinvolto quasi duemila insegnanti e cinquantamila bambini. Promuovere l’educazione alimentare è un’altra delle battaglie necessarie per favorire una svolta culturale sui temi dell’alimentazione e della salute, e soprattutto per restituire il giusto valore al cibo”.
In collaborazione con Fondazione Banco Alimentare e Last Minute Market, inoltre, Despar Nordest ha promosso una serie di incontri informativi per i volontari delle oltre 200 onlus assistite, con l’obiettivo di illustrare i risvolti normativi della cessione merce(in particolare alla luce della legge Gadda, entrata in vigore nel settembre del 2016) e soprattutto gli aspetti igienico-sanitariconnessi con l’attività di donazione, raccolta e ridistribuzione del cibo.
In Trentino Alto Adige questa collaborazione ha portato anche alla realizzazione e stampa di un manuale (bilingue) per le corrette prassi operative per le organizzazioni caritative, secondo l’articolo 8 del regolamento CE N. 852/2004.