Non sono razzista, però. E’ il ritornello tragicomico che da Battaglia Terme a Vigodarzere passando per i colli euganei si sta sentendo in questi giorni. Ovunque ci sia una struttura privata o pubblica che dà assistenza e un po’ di conforto a persone, per lo più mamme con bambini, in fuga dalle malattie, dalla fame e dalle guerre, c’è chi dice “non sono razzista però”.
L’ultimo di questi è una persona a cui sono legato da un legame di amicizia: Enrico Pavanetto, ex assessore provinciale alla sicurezza. A lui mi rivolgo, spiegandogli che mi ha deluso. Capisco che sia facile per calcolo politico dire “tornino a casa loro, chiudiamo l’operazione mare nostrum”. Enrico Pavanetto è una persona, per come lo conosco io, sufficientemente intelligente per capire che fare populismo sulla pelle di queste persone non gli fa onore. E’ certo facile dire “eh per questi spendiamo x o y e per i nostri pensionati…”.
A parte i numeri a caso sparati in comizi come quello che gira su facebook in queste ore (clicca per vedere il video) la questione è umanitaria. Ed allora bisogna dire che ci stiamo opponendo ad una operazione umanitaria, che in Etiopia ad esempio muoiono 70mila bambini all’anno di dissenteria. Ed io una mamma etiope che porta suo figlio dove ci sono antibiotici e vaccini utili alla sopravvivenza di suo figlio, la capisco e la accolgo. L’alternativa è dire “Io non sono razzista però” e dopo quel però muoiono migliaia di bambini ed affogano migliaia di persone nel Mediterraneo.
E poi leggi il Mattino di Padova (clicca qui per aprire l’articolo) e scopri che i profughi arrivati a Vigodarzere se ne sono andati dopo poche ore. Evidentemente hanno capito che in un paese pieno di non razzisti però, non valeva la pena di fermarsi, rendendo la fiaccolata davanti al municipio di Vigodarzere ancora più simile ad una farsa.
Alberto Gottardo