Due campioni. Quello più famoso è Nevio Scala, che da giocatore e da allenatore ha vinto praticamente tutto o quasi con squadre come il Milan, l’Inter e soprattutto sulle panchine di Parma e Borussia Dortmund, solo per fare due nomi. L’altro è Gianni Calaon, quattro volte campione del mondo di pizza, tra titoli individuali ed a squadre, tre pizzerie a Padova, di cui l’ultima in strada Battaglia inaugurata proprio questa settimana.
Scala e Calaon sono accomunati da due passioni: il cibo e il calcio. Tifoso interista Scala, da 55 anni nel mondo del calcio, sfegatato cuore granata quello del maestro di pizze. Hanno dato vita ieri sera assieme al comune amico Renato Malaman ad una serata davvero divertente durante cui il vino prodotto da Nevio Scala a Lozzo Atestino ha incontrato le pizze che Calaon ha portato in tutto il mondo partendo da poco distante, da Este.
E ne è uscita una combinazione interessante con tre vini: il Gargànte, il Dilètto e il Còntame, tutti a base di garganega realizzati con tre metodi diversi (rispettivamente rifermentato in bottiglia, vinificato in bianco e in purezza); accostati a tre pizze di Gianni Calaon: la “sua maestà” che gli valse il primo mondiale, la Barcellona (pancetta coppata, pomodorini secchi gorgonzola e porcini) e la zucca in saor spolverata di liquirizia. Ed è finito tre a tre in eccellenza tra vino e pizze, con forse il miglior abbinamento al secondo piatto con il secondo calice e quindi la pizza Barcellona con il Dilètto.
A Nevio Scala abbiamo fatto un paio di domande. La prima: “abbandonato definitivamente il mondo del calcio?”
“Assolutamente no – spiega Nevio Scala, 71 anni gagliardamente portati – anche se il calcio di adesso mi piace meno di quello di un tempo: troppi interessi economici, troppa tv. E poi il campionato l’ha già vinto la Juventus anche quest’anno”.
Il Padova lo segue? Sa che ha cambiato allenatore? L’avevano interpellata? Ci sarebbe andato?
“Quante domande, calma calma. Il Padova ovviamente lo seguo, in tv. So che è andato via Bisoli, protagonista di una bella cavalcata lo scorso anno, ed è arrivato Foscarini, che conosco come allenatore e mi pare fosse fermo da un po’. Gli faccio un grande in bocca al lupo.
No, non mi hanno chiamato, e un po’ mi dispiace, perchè avrei sicuramente incontrato volentieri i dirigenti del Padova. Ma si vede che non hanno il mio numero o mi considerano troppo vecchio”. Ed allora Nevio Scala continuerà a godersi le gioie del suo vino: “è più difficile fare un buon vino che una buona squadra, perchè se sei bravo la squadra prima o poi la fai vincere, con le vigne invece è anche una questione di meteo e fortuna e quelle non le decidi mica tu”.
Bello vedere due campioni così uno a fianco all’altro. Bello poter raccontare un giorno di essere stati ad una cena con un vino buonissimo, una pizza che non ha bisogno di presentazioni e due fuoriclasse che stupiscono per l’umiltà e la passione per un lavoro che sembra un gioco, ma non lo è per niente.
Alberto Gottardo