“Non ce la faccio a passare”. Un brutto messaggio da ricevere 50 minuti dopo la mezzanotte e quindi anche dopo l’ultimo passaggio del tram per Ponti Romani. Specie se sei in centro storico a piedi, e quell’amico ti avrebbe dato uno strappo fino a casa appunto, e ti trovi quindi con zero voglia di percorrere a piedi i tre chilometri abbondanti che ti separano dal letto. Tempo stimato da Google maps, che evidentemente ha come riferimento dei marciatori olimpici, almeno 40 minuti di camminata. Ed allora ti trovi di fronte al dilemma: taxi o pedibus calcantibus?
Poi ti viene in mente che esiste una terza soluzione: il night bus. App store, scarichi l’applicazione, metti stazione di partenza (Eremitani perchè intanto ti sei incamminato) e quella di arrivo (San Carlo). L’app ti propone un compromesso Borgomagno – San Carlo tra 15 minuti. Accetti e ti incammini, cercando non senza difficoltà di capire se la fermata Borgomagno coincida con quella del Tram. No. Per il night bus e per i bus la fermata Borgomagno, inspiegabilmente, è quella a sud del cavalcavia e non già a nord. Chierito l’equivoco, arrivi alla fermata del bus in corrispondenza della rotatoria d’imbocco di viale Codalunga quattro minuti prima del night nus che arriva a sua volta in anticipo di due. Scendono 4 ragazzi ne salgono altri tre. L’ultima volta che ho usato un servizio del genere ero a Londra. Dieci anni fa. Ora anche Padova ce l’ha: all’avanguardia in Veneto sperimenta con grande successo un servizio da grande metropoli. L’euro e mezzo del biglietto lo pago direttamente al conducente, gentilissimo, che mi accompagna fino alla fermata di San Carlo del bus. Vado a letto mezz’ora prima e con 9 euro in tasca in più di quelli che avrei se avessi chiamato un taxi. Essere smart citizen in una smart city, conviene un bel po’.
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