Nuovo Governo: per Fernando Zilio occorre senso di responsabilita’

 

“La partenza alquanto zoppicante della legislatura non promette nulla di buono”. A dirlo Fernando Zilio, presidente padovano dell’Ascom, parlando a nome di Rete Imprese Italia, l’unione delle principali associazioni delle categorie economiche.
“Eppure – continua Zilio in una nota che riportiamo integralmente – , in un sussulto di ottimismo (evidentemente ingiustificato) avevamo pensato che il senso di responsabilità potesse sostituirsi al “tanto peggio, tanto meglio” che sembra invece il credo dei partiti alla ricerca, probabilmente, di vittorie o rivincite che, oggettivamente, non hanno molto senso.
Con una disoccupazione che supera il 10 per cento in generale e, addirittura, il 38 per cento tra i giovani, viene da chiedersi cosa mai impedisca ad una classe dirigente anche discretamente rinnovata di modificare il proprio approccio ai problemi del Paese.
Quando assistiamo allo stallo che, di per sé, non può portare da nessuna parte, ci domandiamo se i discorsi che abbiamo fatto quel giorno in Camera di Commercio come Rete Imprese Italia Padova davanti a candidati che oggi sono Parlamentari della Repubblica, siano stati non dico condivisi, ma almeno ascoltati.
La sostanza del discorso è che mentre Sagunto (la piccola impresa) viene espugnata, a Roma nemmeno più si discute. Semplicemente si perde tempo e con il tempo si perde anche l’occasione per ridare un briciolo di speranza a chi, magari perché non riesce a farsi saldare i lavori dalla pubblica amministrazione, opta per il gesto estremo.

Eppure di motivi per lasciare spazio al senso di responsabilità che ci sentiamo di chiedere a tutti i partiti, vecchi e nuovi e, soprattutto, ai loro leader, arroccati su posizioni che a tutto possono portare fuorchè al bene del Paese, ce ne sono e di importanza vitale.
Le tasse a livelli record, il credito ormai inesistente, le norme sul lavoro che penalizzano piuttosto che aiutare, le infrastrutture bloccate, la contraffazione e l’abusivismo che dilagano, l’energia che costa come in nessun altro Paese, il turismo che non viene valorizzato come si dovrebbe, le donne comunque lasciate ai margini del processo produttivo, la criminalità diffusa che piega la resistenza anche dei più strenui lavoratori, la cementificazione selvaggia di un territorio che poi si ribella (ed allora ecco le alluvioni) ed una liberalizzazione selvaggia degli orari e delle aperture che non coincide con le necessità delle persone ma solo con quelle di chi preme per fare profitti: sono tante questioni (e non sono nemmeno tutte) che la gente normale, i piccoli imprenditori, vorrebbero poter vedere risolti.
Invece cosa ci propone il quotidiano menu politico? La rissa costante, lo sfottò da stadio, l’incomunicabilità fra entità che invece avrebbero l’obbligo di parlarsi per trovare un punto d’incontro e dare risposte.
Al di là del Tevere, in poche ore, quello che sembrava il conclave più difficile degli ultimi cent’anni, si è risolto in poche ore, sembra per il passo indietro di qualcuno o comunque per l’originalità della soluzione. Possibile che nella politica italiana, che comunque di originalità ne ha ben poca, il passo indietro non sia contemplato?”.