Padova e i padovani non possono più permettersi di aspettare: occorre procedere il òiù presto possibile alla realizzazione del nuovo ospedale. Farlo sull’attuale area non è una ipotesi praticabile. A dirlo il direttore generale dell’azienda ospedaliera Claudio Daro. (Clicca qui per vedere l’intervista a Reteveneta)
Quanto segue è invece il titolo e la prima parte dell’articolo scritto per il Mattino di Padova da Stefano Edel
«Ospedale, basta attese o sarà fuga di cervelli»
Il dg Dario: «Serve una nuova struttura, impossibile costruire sul vecchio
Solo per gli adeguamenti anti-sismici dobbiamo investire 50 milioni»
L’ALLARME «È un’opera necessaria e si continua a perdere di vista la variabile tempo Non stupiamoci se poi i medici se ne vanno»
Nessun giro di parole, ma una frase secca, che non ammette equivoci o dubbi: «Il nuovo ospedale ci vuole. Dove? All’interno di quello attuale è una soluzione impraticabile». Poi l’amara denuncia: «Stiamo investendo 50 milioni di euro per assicurare livelli di sicurezza minimi, parliamo di sicurezza anti-sismica, e di questo i pazienti non si accorgeranno affatto. È così che dobbiamo lavorare? Il Giustinianeo è bellissimo, ma ha fatto il suo tempo, è ancora splendido per alcune cose, eppure non è più gestibile». Infine, l’allarme: «Sono preoccupato per la possibile fuga di cervelli se si continua a perdere di vista il tempo. Bisogna consentire di lavorare al meglio a chi fa questa professione con proficui risultati e di metterlo in condizione di disporre delle tecnologie più avanzate». Concetti forti, e destinati a far rumore, quelli espressi da Claudio Dario, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova dal 1º gennaio 2013, a margine della conferenza-stampa convocata per illustrare l’eccezionale intervento al fegato in laparoscopia, con l’ausilio di microonde, eseguito dall’equipe del professor Umberto Cillo (il servizio è a pagina 9). Quale vetrina migliore per alzare la voce su uno dei tormentoni attuali della politica, il progetto del nuovo polo della sanità cittadina? Se n’è stato buono e zitto, sinora, esprimendo il proprio punto di vista solo nelle sedi ufficiali (il 28 luglio scorso ha parlato in Regione, dopodichè il 5 agosto la Giunta di Palazzo Balbi ha deliberato la sospensione delle procedure in attesa che il Comune definisca la propria posizione), ma adesso il suo “sfogo” pubblico ha un peso specifico importante: «Negli ultimi anni», puntualizza il direttore generale, «le decisioni prese sono cambiate già tre volte. Non entro nel merito, dico solo che un nuovo ospedale serve alla città e che i tempi per realizzarlo devono essere brevi. Non ci aspettiamo mica un monumento, a noi interessa che sia una macchina in grado di facilitarci il lavoro. Se così non fosse, non stupiamoci se le nostre menti migliori ci lasciano»
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