L’articolo del Gazzettino di oggi di Federica Cappellato che intervista il preside di Medicina non lascia spazio a interpretazioni. Ed anzi lancia un allarme: rischi seri per la salute dei pazienti se si ristrutturasse il vecchio ospedale con i pazienti dentro.
La Scuola medica: «Un grande ospedale per la sanità del futuro»
Preside e docenti di Medicina lanciano l’allarme: le vecchie strutture sono obsolete a causa di disfunzioni ed errori. «L’eccellenza richiede un nuovo polo»
«Pensate quale esplosione straordinaria potrebbero avere la malasanità, gli errori, le inosservanze, le disfunzioni in una struttura in parte da distruggere e ricostruire, continuando ad espletare assistenza ai pazienti. Coloro i quali dovessero decidere per questa soluzione, dovrebbero assumersi la responsabilità del rischio cui esporrebbero i cittadini, a cominciare dalle infezioni nosocomiali».
Il professore Santo Davide Ferrara ribadisce che la Scuola di Medicina dell’Università di Padova, che lui presiede, è la migliore d’Italia e pertanto ha bisogno di vedere potenziato non solo il proprio parco tecnologico, ma anche e soprattutto le soluzioni strutturali e logistiche, ad amalgamare in un unico polo le tre anime delle sanità ospedaliero-accademico: l’assistenza al malato, la didattica in aula e la ricerca di laboratorio. E tutto questo, ammonisce Ferrara – che parla dopo un mese di silenzio interrotto solo a spizzichi e bocconi, per presentare stavolta integralmente il pensiero della Scuola medica in materia di nuovo Policlinico per Padova – deve andare di pari passo con le esigenze dettate dall’attualità.
«Cosa che adesso non è, perchè l’area di via Giustiniani risponde ancora alle strategie degli anni Sessanta, con strutture isolate e autonome che costringono medici, infermieri, personale sanitario e pazienti ad un continuo vagabondare da una parte all’altra della grande cittadella». (L’articolo continua sul Gazzettino in edicola)
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