Nel mio intervento in Consiglio Comunale il 29/9, laddove l’Ass. Saia ricordava che molti dei divieti del regolamento di polizia urbana erano presenti nel
regolamento approvato dalla giunta Rossi esattamente il 1 ottobre del 2013 e anche a Bologna, Vicenza, Firenze ed altre città governate dal centrosinistra, ho evidenziato che in alcuni casi le regole vengono “caricate” come a Padova di significati ideologici impropri, come se da sole bastassero a correggere comportamenti, finendo per creare un grave danno all’immagine della città, avvertita come città pericolosa, invivibile, quasi da coprifuoco, come è avvenuto in questo periodo.
Perché le città menzionate pur avendo adottato parecchi dei divieti di Padova non hanno l’onore (meglio il disonore) delle cronache nazionali ma anzi vengono ricordate per le loro attività culturali e la qualità di vita? Probabilmente perché il regolamento viene utilizzato con pacatezza, senza strumentalizzazioni, affiancandolo con azioni preventive- propositive e soprattutto con politiche sociali molto attive (si pensi al tema dell’elemosina di cui tanto si è discusso). Ciò era accaduto anche lo scorso anno in occasione dell’approvazione del regolamento da parte della giunta Rossi, quando le modifiche, trattate come strumento di educazione urbana e delle relative sanzioni in caso di inadempienza, non erano state avvertite come occasione per ostentati furori polizieschi.
Il PD non ha condiviso un regolamento brandito come una spada, ha preso le distanze dall’uso distorto di un regolamento che viene venduto come una risposta alla sicurezza che ha ben altri problemi più gravi e che non viene gestita dal Comune ma dalle forze dell’ordine, non accetta la rappresentazione deformata di una” città tutto degrado” che tanto conviene alle logiche leghiste che non hanno motivo di esistere senza un nemico.
Il PD ha fatto proposte concrete con emendamenti e mozioni incidentali per cambiare questo regolamento ed in particolare su elementi importanti:
Elemosina: togliere il divieto all’elemosina e sanzionare solo l’accattonaggio molesto evitando di colpevolizzare il povero e cercare invece di aggredire le cause della povertà con politiche sociali attive in sinergia con le migliaia di associazioni, parrocchie, agenzie educative presenti a Padova (una vera eccellenza per la ns città). Non accettato.
Biciclette: rivedere il divieto riguardante le biciclette (proposta accettata), ma avere anche e soprattutto il coraggio di proseguire politiche per la ciclabilità e la sostenibilità della nostra città; le scelte invece della nuova amministrazione in questi mesi vanno dritte nella opposta direzione: si pensi al no alla 2° linea del tram, ai ragionamenti e scelte su ZTL e parcheggi, a Piazza Portello con la corsia per le auto, al blocco di alcune piste ciclabili già finanziate come quella in Via Pelosa, alla demolizione del progetto di pedonalizzazione a S Stefano e ad altri cantieri fermi.
Alcol: fare una riflessione sull’impossibilità di gestire e far rispettare da parte della Polizia Urbana il divieto di consumare alcol all’esterno dei bar e invece operare delle scelte di divieti più mirati nelle zone più a rischio degrado della città ma soprattutto attivare azioni preventive e di sensibilizzazione con il coinvolgimento dei giovani. Non accettato.
Papiri universitari: salvaguardare la tradizione dei papiri universitari nel rispetto di alcune norme di comportamento e di pulizia dei luoghi dove avvengono le feste di laurea. Accettato. Ed alcune altre proposte.
Ma quando uno strumento amministrativo viene storpiato e ideologizzato la discussione viene portata non più sul merito delle cose, ma su battaglie che poco hanno a che fare con i vari articoli e divieti.
Se poi il sindaco afferma che con questo regolamento unitamente a quello sull’assegnazione degli alloggi ha già realizzato il 50% del proprio programma c’è davvero da preoccuparsi sulle consistenze delle politiche future per la città di Padova. Ancora una volta qual è la sua visione strategica sulla città? Speriamo si sveli presto con l’altro 50% del programma.
C’è però una consolazione: se il 50% del programma è già stato realizzato significa che in altri 100 giorni completerà l’opera, e a quel punto, con soddisfazione dei padovani, si potrà voltare pagina e tornare a votare.
Gianni Berno – Consigliere Comunale Gruppo PD