A Padova espiantato e impiantato un cuore senza mai fermarlo: nuovo record mondiale dell’equipe del professore Gino Gerosa

 


E’ possibile espiantare un cuore battente ed impiantarlo senza mai farlo fermare? A dare risposta affermativa a questo quesito che i cardiochirurghi si pongono dai tempi del primo trapianto di cuore operato dal professor Barnard a Città del Capo il 3 dicembre del 1967 è l’equipe del professore Gino Gerosa dell’università di Padova. L’operazione è avvenuta per la prima volta al mondo due settimane fa e prima di Natale la persona che ha ricevuto il cuore, un sessantenne affetto da una patologia incurabile, tornerà a casa.

“Non abbiamo mai fermato il cuore trapiantato né all’espianto che all’impianto: siamo molto felici in primis per il paziente e soprattutto perchè questo risultato apre la strada a molti altri pazienti. E’ una vera e propria rivoluzione perchè proteggiamo al meglio il cuore e le aspettative di vita del paziente che lo riceve. Abbiamo messo insieme nel team creatività, esperienza e coraggio, con tutto quanto ovviamente governato dall’etica”.
A dirlo il professore Gino Gerosa, cardiochirurgo a capo dell’equipe che a Padova ha portato a termine con successo il primo trapianto al mondo a cuore totalmente battente da donatore a cuore fermo avvenuto due settimane fa con ricevente un uomo machio adulto di sessant’anni in via di dimissioni in questi giorni, affetto da una cardiopatia post ischemica.
“E’ un lavoro di team che ci porta a segnare una tappa che riporta a Padova al 14 novembre 1985 quando il professore Gallucci fece il primo trapianto in Italia. Nel maggio dell’anno scorso abbiamo realizzato il primo trapianto in Italia da donatore a cuore fermo. In Italia si è aperta una strada da quel maggio in sette centri ridando la vita a 40 pazienti. Sulla scia delle esperienze del professore Joseph Woo, abbiamo scelto quindi di continuare a far battere il cuore che avevamo prelevato, facendolo continuare a battere senza danni da ischemia da perfusione. E’ una rivoluzione assolutamente vantaggiosa, perchè evita danni sia al prelievo che al trapianto, migliorando l’outcome del paziente”. 
“Ancora una volta porta in azienda ospedaliera arriva un primato mondiale – spiega il direttore dell’azienda ospedaliera Giuseppe Dal Ben -. E’ un grande gesto tecnico, un  risultato della cardiochirurgia di Padova che viene condiviso con l’azienda ospedaliera e siamo orgogliosi di poter ospitare una eccellenza mondiale di questo livello”.