Una curiosità della città di Padova è che è composta da tre mancanze: Un santo senza nome, un prato senza erba e un caffè senza porte.
Il santo senza nome fa riferimento a Sant’Antonio, esso fu un frate francescano che visse gli ultimi anni di vita e poi morì a Padova.
Il frate, era ben voluto dalla società padovana, esso si batteva contro la corruzione e lo strozzinaggio.
Quando morì, divenne un simbolo santo e molto venerato. Si dice “santo senza nome” proprio per il fatto che, Sant’Antonio, a Padova, fu ed è tutt’oggi una figura molto ricorrente e molto sentita. infatti, per i padovani, Sant’Antonio è semplicemente “Il Santo”, Padova e la città del Santo e la basilica costruita in nome del frate si chiama Basilica del Santo
Ecco il perché della prima mancanza, dire il nome di quel santo a Padova è alquanto superfluo.
Per “prato senza nome” si fa riferimento alla seconda piazza più grande d’Europa (la prima è la Piazza Rossa a Mosca) cioè Prato della Valle, per i padovani il nome della piazza si abbrevia solo in “Prato”, essa misura 90 mila metri quadri.
Oggi, la piazza è un grande spazio monumentale caratterizzato da un’isola verde centrale, chiamata Isola Memmia, in onore del podestà che commissionò i lavori, circondata da un canale ornato da un doppio basamento di statue. Ma anche se ora questa piazza è molto verde non è sempre stato così: anticamente l’erba non era molto apprezzata perché la piazza veniva utilizzata a scopi commerciali (come per esempio grandi mercati) o per fiere e feste pubbliche.
IL Prato, anche se ormai munito di verde, fa parte delle “tre mancanze” proprio per questo cambiamento che la piazza ha avuto, infatti è come se si fossero cambiati i processori di un computer: da una piazza grigia e caotica ad una delle piazze più belle d’Italia.
L’ultima mancanza è il “caffè senza porte”, essa si riferisce a uno dei bar più famosi di Padova: il Caffè Pedrocchi, esso , oltre ad essere un posto molto rinomato, ha rivestito in passato un ruolo politico e culturale molto importante. Infatti questo era il luogo dove si davano appuntamento politici, professori e studenti.
L’appellativo di caffè senza porte gli venne affibbiato perché in passato, era aperto 24h.