C’è la paura, c’è la ricerca di rassicurazioni, ma c’è anche la voglia di capire meglio che cosa si nasconde dietro un nome che oggi è citato sistematicamente sulle prime pagine dei giornali, ma che fino a pochi mesi fa era sostanzialmente sconosciuto. C’è tutto questo dietro al vero e proprio boom di ricerche online legate a Ebola in Veneto: oltre 192mila quelle registrate in regione negli ultimi cinque mesi.
Verso quota 65mila ricerche nel mese ottobre
Il virus che sta sconvolgendo l’Africa e preoccupando il mondo intero, insomma, desta preoccupazione anche nelle province venete. Così, se nel mese di giugno le ricerche su Google di informazioni sul virus sono state circa duemila, con il crescere dell’allarme planetario sono salite a 18mila in luglio, hanno raggiunto il picco di 80mila ad agosto, si sono attestate sulle 27mila a settembre e raggiungeranno prevedibilmente quota 65mila alla fine di ottobre.
I dati arrivano da Omniaweb, azienda padovana specializzata nella creazione di siti Internet, nel posizionamento sui motori di ricerca e nel digital marketing, che ha elaborato i dati Google relativi al territorio veneto. «Da Google passa la quasi totalità del traffico di ricerca – spiega Victor Vassallo, titolare di Omniaweb –, dunque analizzare le ricerche su Google significa analizzare quello che le persone chiedono al Web».
Sintomi e modalità di contagio tra le informazioni più ricercate
E riguardo ad Ebola, che cosa chiedono al Web i veneti? «Chiedono informazioni sui sintomi – spiega Vassallo – ma anche le modalità di contagio e i fattori di rischio. È poi interessante notare che il picco delle ricerche è coinciso con il mese di agosto e dunque con il momento di punta dei flussi turistici per le ferie estive».
Settembre: i dati sulle ricerche online provincia per provincia
Nel mese di settembre, l’ultimo per il quale esistono dati definitivi, si sono registrate nella regione Veneto 27.230 ricerche collegate al virus. In testa per numero di ricerche la provincia di Vicenza, con 7.232 ricerche, seguita da Treviso (6.245), Verona (4.737), Padova (4.310) e Venezia (3.898). In coda le province di Rovigo e Belluno, rispettivamente a 484 e 324 ricerche.
L’esperto: «Selezionare con cura le proprie fonti o il rischio è un panico ingiustificato»
«Sempre di più – commenta Vassallo – il Web diventa uno specchio della nostra vita quotidiana e quindi è prevedibile che quello che le persone cercano su Internet corra in parallelo con le notizie, le preoccupazioni, le novità di cui si legge sui giornali, di cui si parla in radio o in televisione e, ovviamente, di quello che si trova su siti e portali».
Ma attenzione: è fondamentale saper riconoscere gli interlocutori affidabili e quelli che non lo sono. «Su Internet è facile, molto facile diffondere informazioni inesatte o del tutto false: c’è chi lo fa per semplice superficialità e chi invece lo fa per un proprio tornaconto», spiega Vassallo. Che invita a un supplemento di attenzione proprio quando si fanno ricerche su temi delicati: «Il Web è uno strumento utile, ma bisogna selezionare con cura le fonti più attendibili. Altrimenti il rischio è che si diffonda un panico del tutto ingiustificato. Meglio allora fare affidamento ai siti più autorevoli e diffidare di chi offre informazioni allarmanti senza motivarle con fondatezza».