#PadovaNonSiFerma a Pasqua ospite delle cucine economiche: saluti dal sindaco e benedizione dal Vescovo

 

Più che un servizio di carità verso i poveri e di solidarietà verso il personale ospedaliero in prima linea sul fronte del Covid19, quella di ieri alle Cucine Economiche Popolari di Padova è stata quasi una festa tra amici. C’erano infatti una trentina di ristoratori, pasticceri e baristi che si sono messi in moto la mattina di Pasqua per distribuire centinaia di pasti e preparare anche un kit per il giorno di Pasquetta.
Il primo ad alzarsi, un po’ prima dell’alba, è stato Luca Vecchiato dell’omonimo panificio che ha sfornato la mattina di Pasqua oltre settecento colombine di pane che sono poi diventate 300 panini e altrettanti accompagnamenti ai pasti serviti alle cucine di via Tommaseo gestite dalla Diocesi.
Sono arrivati alle 11 a salutare la brigata di cucina dei ristoratori e quanti affollavano le cucine il Vescovo monsignor Claudio Cipolla assieme a don Luca Facco, direttore della Caritas, e il Sindaco di Padova Sergio Giordani accompagnato dall’assessore al Commercio Antonio Bressa. Presente anche Francesco Montalvo, amministratore delegato di Aspiag Service – concessionaria Despar per il Triveneto e l’Emilia Romagna – azienda che ha fornito gran parte degli ingredienti da record: sono stati infatti 80 solo i chili di carne di vitello necessari per il brasato e oltre 100 i chili di riso che con 40 chili di funghi e venti di burro hanno dato vita al primo bis di primi, completato dai 50 chili di maccheroncini, donati dal pastificio Artusi, serviti caldi con la fonduta di Asiago dagli chef che hanno ideato il menù. Nelle borse del lunedì di Pasquetta sono finite in tutto 600 banane donate da Fruit service assieme ad acqua minerale donata da Carlsberg ed i panini farciti con i salumi di tacchino donati dall’azienda Brugnolo.

“Non ce la farò mai a ringraziare tutti personalmente – ha spiegato Sergio Giordani salutando i ristoratori di #PadovaNonSiFerma presenti alla preparazione del pranzo – solo per nominare tutti questi imprenditori ci vorrebbero dei minuti. Padova è una grande città, e non finisce mai di stupirmi, specie in questo momento difficile, Padova anche con iniziative come questa sta dimostrando di avere un grande cuore”.
A rendere possibile l’iniziativa, sostenendola in gran parte dei costi vivi, è stata Despar, che ha risposto con entusiasmo al coinvolgimento dei ristoratori padovani.
“Noi vogliamo essere vicini con questo piccolo gesto ad una comunità ed ad un territorio veramente straordinario – ha sottolineato l’amministratore delegato Francesco Montalvo,- è una Pasqua resa straordinaria anche da questo evento e per noi è un onore aver contribuito a renderlo possibile. Essere partner di una iniziativa di questo livello per noi è un’occasione preziosa: cerchiamo sempre il modo di essere vicini al territorio e alle persone più fragili, ancor di più in queste difficili settimane. Attraverso #PadovaNonSiFerma possiamo aiutare a rendere speciale la Pasqua di tante persone e anche dimostrare nei fatti la nostra gratitudine al personale sanitario che sta affrontando l’emergenza Covid-19 con un impegno che è di esempio per l’intero Paese”.
Il vescovo Claudio Cipolla si è congratulato con i volontari e con gli chef intervenuti, impartendo una benedizione particolare, prima di uscire ad incontrare poi le decine di bisognosi in fila per il pranzo.
Al dessert hanno provveduto le pasticcerie Loison di Costabissara che ha donato un centinaio di colombe pasquali e la pasticceria Le Sablon che ha recapitato alle cucine un uovo di Pasqua gigante di quasi un metro e mezzo di altezza.

Sono oltre seimila i pasti distribuiti finora dall’operazione spontanea nata sotto la sigla #PadovaNonSiFerma e che raggruppa quasi un centinaio di operatori della ristorazione, panificazione e pasticceria. Già dal giorno di Pasqua i volontari del gruppo che realizzano e distribuiscono gratuitamente a proprie spese pranzi e cene per infermieri e medici dei reparti ospedalieri più coinvolti dall’emergenza Coronavirus, hanno iniziato ad occuparsi nel sostentamento di famiglie e comunità di persone socialmente fragili, particolarmente in difficoltà durante questo periodo di lock down. “Ci mettiamo a disposizione di quanti non trovano risposte al proprio grido di aiuto mettendo insieme quello che riusciamo – spiega Ivan Totaro, tra gli iniziatori del gruppo che conta quasi cento imprenditori – e siamo aperti all’aiuto di chiunque. #PadovaNonSiFerma ringrazia suor Albina e don Luca Facco per averci accolti nelle loro cucine e le aziende Polo e Diemme che hanno donato ingenti quantità della loro produzione migliore per sostenere questa giornata ed anche le altre di questa Pia opera dove noi abbiamo dato una piccola mano per un giorno, ma che funziona da oltre un secolo tutti i giorni grazie al lavoro di tanti volontari”.