Questa è la mia personalissima pagella. Non sono nessuno per dare voti oggettivi al lavoro degli altri. Questi sono voti soggettivi, da cittadino di Padova che cerca di avere uno sguardo che vada qualche spanna oltre l’ombelico della città.
Ed allora il voto massimo lo do senz’altro ad Eurointerim Spa ed al suo presidente Luigi Sposato che ha saputo diventare un caso nazionale nei mesi scorsi per l’introduzione, caso unico in Italia di un bonus bebè aziendale. E non solo per i 150 dipendenti diretti, ma anche per quei papà o mamme che hanno contratti di staff leasing o lavoro somministrato e ricevono la piacevolissima visita di un nuovo bimbo in famiglia.
Giustamente i quotidiani e i tg nazionali hanno dedicato molto spazio a questa iniziativa che racconta di come si riesca a fare a pieno impresa con successo (ed Eurointerim quest’anno ha superato i 100 milioni di euro di fatturato) se si sa condividere una buona fetta di quel successo con i propri collaboratori. Complimenti e speriamo che i 50mila euro di quest’anno siano andati esauriti: vuol dire che tante persone in Italia hanno creduto nel futuro di questo Paese.
Appena un gradino sotto arriva un’altra azienda importantissima per Padova: Alìsupermercati che ha saputo negli anni rafforzare il proprio ruolo di realtà che aiuta il territorio. Praticamente non passa mese che non si racconti delle moltissime iniziative sposate da Alì, che ha fatto di “migliora la vita” molto più di uno slogan. Del 2018 mi piace ricordare il successo dei braccialetti di gomma colorati e quel bellissimo allestimento in piazza Cavour a maggio, trasformata in una sorta di giardino all’inglese. Per loro un bel 9 meritato.
Gli ultimi punti della mia tessera Alì del 2018 li ho scaricati a favore del Cuamm Medici con l’Africa. Una realtà di cui forse i padovani sono poco avvertiti e che invece dovrebbe essere un orgoglio per ogni cittadino. Nella città dei senza, don Dante Carraro e i medici e infermieri del Cuamm operano senza paura, senza preclusioni e senza troppo fare rumore. Sono passati già tre anni dalla morte di monsignor Luigi Mazzucato e la Onlus ha saputo superare quel lutto moltiplicando sforzi e risultati. In tempi in cui “aiutiamoli a casa loro” è uno slogan un po’ carogna, la presenza del Cuamm ci insegna che si può fare tanto del bene per tanti.
8 a pari merito con la Croce Verde di Padova che in questi anni ha saputo confermarsi come la principale opera di volontariato in città. Fa bene al cuore leggere che alcune pasticcerie di Padova stanno coccolando i volontari in servizio durante i giorni di festa con le pastine dei propri laboratori. Dà l’idea, come le molte iniziative che vedono aziende ed associazioni contribuire all’acquisto delle ambulanze nuove, che la Pia opera rimane un punto di riferimento per i padovani. In tempi di individualismo spinto, non mi pare poco.
Apriamo la prima parentesi di politica locale ed allora diamo un 7 pieno al sindaco Sergio Giordani ed ai suoi assessori a mio giudizio più capaci e cioè Antonio Bressa (commercio) e Diego Bonavina (sport). Dopo un anno di rodaggio, Sergio Giordani ha iniziato a dare la propria impronta come sindaco all’amministrazione comunale.
Ed allora guardiamo il bicchiere mezzo pieno con un commercio su cui il giovane assessore Bressa ha dimostrato al contempo di avere un atteggiamento di ascolto ma anche delle idee piuttosto chiare. Bene gli eventi realizzati ed in fase di realizzazione, uno su tutti il Salone dei sapori della prossima primavera ed i dj set di piazza Garibaldi. Diego Bonavina ha rivitalizzato un settore che aveva sofferto più di altri il muro contro muro e l’attenzione solo alle clientele della precedente amministrazione. L’ex capitano del Padova ha saputo dare attenzione non solo al calcio e vede nella realizzazione del progetto Colbachini all’Arcella, disegnato anni fa, una scommessa vinta. Le attività sportive sono forse la parte che funziona meglio tra le molte incombenze di cui deve occuparsi la casa comunale.
Una sufficienza la do anche all’università di Padova che sotto la guida del rettore Rosario Rizzuto ha saputo mantenere il tesoro di eccellenze raggiunto durante gli anni scorsi ed ora si getta nel 2019 nell’avventura del rilancio della Caserma Piave. Una sfida urbanistica che andrebbe meglio conceertata anche con la città, in maniera da non creare traumi e tensioni abitative in un settore di Padova che per motivi anagrafici ha bisogno di cambiare pelle. E che è sottodimensionato quanto a trasporto pubblico e piste ciclabili, fattore non di secondo piano quando su quell’asse si muoveranno migliaia di persone.
Sotto la sufficienza, 5 ad essere generosi, l’attuale comitato di gestione della Camera di commercio. Soldi in cassa ce ne sono, idee, a quanto pare drammaticamente poche, dato che l’Hub dell’innovazione, di cui sono state scritte tonnellate di fregnacce, è fermo in un iperuranio delle supercazzole.
Da capire anche che fine abbia fatto il trasloco della Camera di commercio, su cui solo per lo studio mi pare sia stato speso un bel gruzzoletto, e in generale cosa abbia intenzione di fare la casa delle imprese per favorire l’economia padovana, che troppo spesso va avanti nonostante i molti tromboni autoreferenziali che si riempiono la bocca con teorie mai poi messe in pratica. Auguro al presidente Santocono di non farsi stritolare dalle logiche correntizie che sono costate la rielezione al suo (capace ma poco incline al compromesso) predecessore.
Quattro a essere generosi al calcio Padova: gli ultimi sono stati mesi da incubo. Adesso ci sono tre settimane per rimettere a fuoco le idee e ridare slancio a una compagine che ha dimostrato di non essere in grado di lottare per la salvezza. Se non si vuole fare la fine dell’accoppiata Penocchio/Valentini occorrerà tirare fuori un po’ di soldi e mettere da parte un po’ di quella tracotanza vista in fase di presentazione della squadra in piazza. E chissà se quei fischi ingenerosamente rivolti al sindaco Sergio Giordani quest’estate, non se li beccherà raddoppiati chi faceva sorrisetti ammiccanti agli ultras pregiudicati.
Tre senza appello all’assessora Chiara Gallani: vi ricordate l’erba modello savana africana di quest’estate? Vi ricordate la promessa di migliaia di alberi (di cui non si vede manco l’ombra) promessi con conferenze stampa roboanti? Se in politica valesse il merito, ci sarebbe stato da un pezzo un rimpasto di Giunta per una assessora che ha ampiamente dimostrato a tutti i padovani la propria incapacità.
Solo Legambiente ha saputo fare peggio di una assessora così inadeguata. Più che Legambiente si potrebbe chiamare Legata, e imbavagliata anche, l’associazione che in altri anni seppe essere più che battagliera e che ora si fa andare bene tutto, comprese le retromarcia sui mezzi inquinanti, i parcheggi salutati con una passeggiatina e la maxi colata di cemento del nuovo ospedale a Padova est. Mandate tutte giù con un sorso in cambio di qualche careghetta tipo la presidenza interpretata non proprio con piglio dirigenziale da Andrea Ragona in BusItalia Veneto. Almeno Andrea Nicolello Rossi ha avuto la dignità di dimettersi da una associazione che per una scodella di lenticchie ha di fatto svenduto il proprio ruolo di sindacato dell’ambiente in un momento tanto delicato.
Peggio di Legambiente sa fare solo l’opposizione in consiglio comunale: orfana di Massimo Bitonci, l’unico ad aver esibito un minimo di sale in zucca e cultura politica appariva essere Simone Borile, fin troppo preparato e nobile nei modi per appartenere all’accozzaglia grillina. Ed ora che l’ex sfortunato ma preparato candidato sindaco a 5 stelle è stato chiamato da ben più importanti impegni professionali ed accademici, l’opposizione rimane ostaggio di personaggi dalla dubbia capacità di incidere nella vita professionale ancor prima che pubblica della città. A parte una indimenticabile indigestione di ciliegie da parte di Wanda Pellizzari, non mi par si possa ricordare molto di questo 2018 tra gli scranni dell’opposizione, oltre agli sfoghi da osteria del politicamente misero Alain Luciani e i silenzi della graziosa quanto irrilevante Vera Sodero. Gli altri? Pare che opposizione non la facciano manco più, in cambio di qualche spazietto di sottobanco e sottogoverno.
Zero barrato zero ad Arturo Lorenzoni: è vice sindaco e professore universitario. Sarebbe anche leader di una componente importante della maggioranza. E dovrebbe allora dimostrarlo e invece ha saputo incidere meno di zero fin qui sulle scelte (vale anche e soprattutto per lui l’ingoio senza manco un grazie del nuovo ospedale, del Leroy Merlin solo per fare due esempi). Poi la gestione della questione tram, tutto annunci e cifre sballate e zero atti, se non l’invio a Roma di un progetto fatto da Net Engineering 15 anni fa, sembra una barzelletta. Numeri a caso, mezzi vecchi e fermi in un piazzale che verrebbero comperati come nuovi, e nessuna maniera di come si gestisca un appalto. E intanto 42mila euro di incarico senza manco lo straccio di una gara, appunto a Sinloc, a un costo che pare spropositato oltre che ingiustificato, dato che professionalità per andare a istruire un mutuo in Bei ce ne sono tra Comune e le altre amministrazioni pubbliche all’uopo già convenzionate (vedi alla voce Unipd). Ce ne sarebbe abbastanza per salutarne l’esperienza politica come speriamo avvenga presto per la sua assessora al verde, se solo non fosse tramontata anche l’ipotesi delle regionali perchè nel frattempo la marea arancione si è trasformata in un palloncino.
Buon 2019 a tutti.
Alberto Gottardo